Ospitare amici e parenti in casa, specialmente a Natale e capodanno, è abitudine nel Sud Italia e in Sicilia soprattutto. Ma tecnicamente si può fare a norma di legge? Il proprietario potrebbe cacciare gli ospiti?
Che si vive da soli o in famiglia, capita spesso di ospitare amici o parenti per qualche giorno o per un breve periodo di tempo. Soprattutto a ridosso delle feste natalizie è un’abitudine diffusissima, con tante persone che rientrano per esempio in Sicilia o in particolare a Catania dopo un anno passato fuori. E piuttosto che pagare un albergo per un altro esborso economico del tutto non necessario, si appoggiano a casa di qualche persona di famiglia o amico fraterno.
Un qualcosa di doveroso, dall’altra parte, accogliere. E’ radicato nella profonda cultura generosa siciliana. Ciò che vale la pena sapere, però, è cosa prevederebbe la legge nel caso in cui, chi ospita, non vive in una casa di sua proprietà, senza dover dar dunque conto a nessuno se non a se stesso, ma in affitto, dovendo far riferimento quindi a un terzo nonché proprietario dell’immobile che lo ha concesso solo in affitto.
Ospitare qualcuno in casa, va avvisato il proprietario?
La Costituzione Italiana, da questo punto di vista, aiuta a tutelare anche se diventa poi doveroso approfondire. La possibilità di accogliere ospiti in casa, che essa sia di proprietà o in affitto, è un diritto inviolabile che sottolinea il principio di solidarietà tra locatore e locatario. L’articolo 2, più esattamente, afferma in modo inequivocabile il valore della solidarietà come fondamento della convivenza civile.
Al contempo, però, la Corte di Cassazione ha ulteriormente chiarito che l’atto di ospitare una persona in casa non equivale necessariamente a sublocare. In altre parole, offrire un rifugio temporaneo non viola alcuna normativa legale. Questo riconoscimento giuridico conferisce una base solida al gesto di aprire le porte di casa a chi ne ha bisogno, consolidando il principio dell’ospitalità. Avvisare il proprietario, soprattutto se c’è un rapporto di confidenza, può essere un atto gentile e di rispetto, ma non un passaggio necessario e approvato.
Quanto un proprietario può cacciare un ospite
Tuttavia il discorso cambia quando subentra l’aspetto della durata dell’ospitalità. Perché si può accogliere eccome ma ovviamente non per sempre. Se la presenza esterna si prolunga oltre i 30 giorni, il proprietario o il locatario è tenuto a segnalare la presenza dell’ospite alle autorità di Pubblica Sicurezza. A quel punto, infatti, la permanenza diventa di carattere abituale con l’obbligo del cambio residenza specificando se è lì come ospite, per comodato d’uso o tramite un contratto di locazione. Se non c’è un vincolo contrattuale relativo alla futura permanenza, il proprietario può chiedere all’ospite di andare via a un certo punto e quest’ultimo sarebbe obbligato a farlo.