In pensione senza considerare l’età anagrafica anche il prossimo anno. La legge già in vigore non viene modificata: qual è
Quello della pensione è sempre un tema delicato, soprattutto nel nostro Paese dove tanti giovani probabilmente non la raggiungeranno, a differenza dei propri genitori. Fino al 2012 c’è stata la differenza tra pensione di anzianità e pensione di vecchiaia. La prima riguardava chi aveva maturato anzianità a lavoro, cioè aveva versato un determinato numeri di contributi. Quella di vecchiaia, invece, chi ha raggiunto l’età pensionabile prevista.
Pensioni senza limiti di età nel 2024, qual è la legge
Il 2012 è uno spartiacque perché è l’anno della riforma Fornero, dal nome del ministro del Lavoro del governo Monti. Entrò in vigore come misura in sostituzione della pensione di anzianità che venne abrogata. Il meccanismo è però rimasto uguale, nel senso che sia la pensione anticipata sia la precedente pensione di anzianità hanno in comune che sono distaccate dai requisiti anagrafici.
Dal 2017 però è in vigore la legge che consente di lasciare il lavoro senza alcun limite di età. È una via di mezzo tra le vecchie pensioni di anzianità (quella di 40 anni di contributi) e le attuali pensioni anticipate (42,10 anni di contributi): è quota 41 per i precoci. Il nome dice quanti sono gli anni di contributi necessari.
Vediamo quali sono i requisiti per la quota 41 precoci 2024. Sono gli stessi degli ultimi anni perché la Legge di Bilancio in discussione nelle varie commissioni del Parlamento non ha apportato alcun tipo di modifica quindi anche per il 2024 le regole sono le stesse. Qui sono riportati su un documento pubblicato sul sito dell’Inps.
Quota 41 precoci riguarderà solo solo quattro categorie di cittadini: gli invalidi civili al 74% almeno, i soggetti che assistono un parente stretto convivente e disabile grave da almeno 6 mesi (sono i cosiddetti caregivers, chi assiste appunto un disabile), i disoccupati che hanno terminato l’intero importo della Naspi da almeno tre mesi e chi effettua lavori gravosi per 6 degli ultimi 7 anni di carriera o 7 negli ultimi 10 anni.
Abbiamo detto che bisogna aver versato 41 anni di contributi, ma anche per questi vanno fatte delle specificazioni. 35 devono essere effettivi, cioè neutri da contribuzione figurativa, da disoccupazione indennizzata o malattia del lavoratore. Un anno di lavoro, anche se discontinuo, deve essere stato completato entro il compimento dei 19 anni di età.