Riguardo la vicenda Pfizer Catania, il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, esprime concretamente il suo appoggio ai lavoratori.
“Sin dall’inizio della vertenza Pfizer, cioè dal momento in cui l’azienda ha manifestato l’ipotesi di una mobilità riguardante 130 dipendenti, la Regione, con l’assessore al Lavoro Scavone, è stata al fianco dei lavoratori. Oggi pomeriggio, mentre è in corso lo sciopero davanti allo stabilimento della multinazionale, ho voluto personalmente testimoniare vicinanza al personale e assicurare che il governo regionale aprirà la prossima settimana un Tavolo di confronto con l’azienda. Si rende ormai necessario conoscere le strategie di potenziamento della produttività dello stabilimento di Catania. Rinnoviamo, intanto, l’appello al Governo nazionale affinché, all’eventuale riapertura del tavolo di crisi – sospeso temporaneamente solo per consentire all’Azienda di presentare nuove proposte – supporti la nostra azione con iniziative concrete di garanzia degli attuali livelli occupazionali”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in merito agli esuberi comunicati dall’azienda farmaceutica per il sito produttivo di Catania.
Il vescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha voluto manifestare la propria solidarietà e il proprio appoggio ai lavoratori dello stabilimento Pfizer etneo.
Da ieri sera, infatti, ha avuto inizio lo sciopero nella sede di Catania, a difesa dei 130 dipendenti a rischio licenziamento da parte della multinazionale farmaceutica.
Questa la nota del vescovo di Catania, Luigi Renna.
“Negli ultimi mesi il nome “Pfizer” è stato associato alla speranza, quella di uscire dal tunnel della pandemia grazie al vaccino che ha messo in sicurezza la vita di milioni di persone.
Non vorremmo mai che d’ora in poi a Catania questo nome fosse associato alla “perdita di speranza” che porterebbe circa un centinaio di famiglie al licenziamento o al trasferimento.
Privando ancora una volta la Città di opportunità lavorative.
Quando si chiude un’azienda, si ha una triste ricaduta su tutto il territorio.
I giovani sono costretti ancora ad emigrare, le famiglie stentano a formarsi, cresce la denatalità, si dà spazio alla precarietà.
Si creano le condizioni di disoccupazione che portano le persone più fragili a finire nelle trame della criminalità organizzata.
Sentiamo perciò di ribadire quanto affermava papa Francesco nella Evangelii gaudium.
“Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del mercato. La crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga, richiede decisioni, programmi, meccanismi e processi specificamente orientati a una migliore distribuzione delle entrate, alla creazione di opportunità di lavoro, a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo. (…) l’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi.” (n. 204)
Prevalga non la mano invisibile del mercato, ma l’intelligenza imprenditoriale che coniuga “capitale umano” e capitale economico!
Come Chiesa siamo solidali con i lavoratori della Pfizer di Catania e ci appelliamo ai Responsabili dell’azienda.
Affinché trovino soluzioni che non privino un’altra Città del Sud di quella opportunità che ha permesso a tante famiglie di vivere dignitosamente.
Nonché di contribuire allo sviluppo del territorio.
Non rendete Catania più povera!
Siamo fiduciosi che, con l’aiuto delle Istituzioni politiche e dei Sindacati, si trovino vie d’uscita.
Soluzioni che scongiurino definitivamente la chiusura del prestigioso stabilimento etneo.
Affidiamo al Signore e all’intercessione di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, questa nobile causa.
Che tutela la dignità del lavoro, la serenità di tante famiglie, il futuro della Città”.
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