L’Etna è uno dei vulcani più attivi a livello mondiale, famoso per le sue eruzioni. Ma quale è stata la peggior eruzione?
L‘Etna insieme al Vesuvio è uno dei vulcani più pericolosi che vi sono al mondo. La differenza sta nei tipi: mentre il Vesuvio è esplosivo e dorme, l’Etna è un vulcano di tipo effusivo ed è continuamente attivo.
Infatti negli ultimi giorni a Catania ed in tutta la provincia c’è stata una nuova colata lavica con fuoriuscite di magma e lapilli che hanno strade ed auto.
Si tratta di un fenomeno parossistico dal cratere di Sud-Est che ha provocato la formazione di fontane di fuoco che si sono levate fino a 4500 metri di altezza.
L”eruzione più distruttiva dell’Etna
L’Etna è un vulcano in continuo cambiamento, secondo vari studi geologici sono stati registrati in tutti questi ultimi mesi circa 1.110 eventi sismici, che mettono in serio pericolo la tutela dei cittadini che vivono alle pendici del vulcano.
Intanto, l’eruzione che ha maggiormente distrutto Catania e provincia è datata oltre 350 anni. L’evento avvenne tra il 25 febbraio e il 9 marzo del 1669 e questa eruzione demolì quasi tutti i centri abitati dell’epoca.
La colata lavica, secondo racconti dell’epoca raggiunse la zona ovest dei quartieri della città di Catania arrivando fino al mare.
L’eruzione fu anticipata da alcuni terremoti che poi causarono il terribile evento che durò quasi 4 mesi. Con questa eruzione ci furono anche dei cambiamenti morfologici e naturali, come la nascita del cratere dei Monti Rossi.
I danni dell’eruzione
L’eruzione del 1669 cambiò anche la morfologia del centro abitato di Catania che poi è arrivato fino ai giorni nostri. Ci fu la totale distruzione del paese di Nicolosi con una levata piroplastica che distrusse anche i paesi di Pedara, Trecastagni e Viagrande.
Si formò un vastissimo campo lavico caratterizzato da un’area di 40 km2 e una lunghezza massima di 17 km; si tratta della colata lavica più lunga riconosciuta nel record geologico dell’Etna degli ultimi 15.000 anni.
Se all’inizio del disastro i primi centri colpiti furono piccoli paesini, ecco che la città di Catania fu coinvolta dall’eruzione il giorno 30 aprile: in questo giorno un fiume di lava entro in città coinvolgendo abitazioni ed anche centri culturali oltre che chiese.
La popolazione, per impedire la totale distruzione della città, si attivò ed attraverso coperte, picconi e pale riuscì ad aprire uno scorcio per far colare la lava verso il mare ed evitare il totale coinvolgimento in città.
Con questa eruzione ci fu la scomparsa di strutture storiche come il Circo Massimo e la Naumachia.
FRANCESCO MOSCATO