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Rapemu, no chiuremu, vabbè lassamu accostato… Accatania

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Fabrizio Ventura

Accatania – Lo ammetto, io per Mariuzzo Draghi ho un debole. Quando ha dichiarato: “La scuola in presenza è una priorità del Governo. La dad crea diseguaglianze che si riflettono sulla vita futura dei giovani […] non ha alcun senso chiudere le scuole e permettere ai giovani di andare in pizzeria”, ero quasi commosso. Cazzarola, finalmente qualcuno che dice qualcosa di sensato e che dà la priorità all’istruzione e alla cultura, come non essere d’accordo? Ho quindi ingenuamente sperato che la nostra classe politica potesse dimostrarsi finalmente coesa su ciò che è sacrosanto: i giovani hanno il diritto di diventare uomini, di essere cittadini e non sudditi. Eh già…però non avevo fatto i conti con i politici siciliani…

Il buon Nello, infatti, la settimana scorsa era già in fibrillazione per l’imminente fine delle vacanze natalizie e ha addirittura scritto a Mariuzzo “rappresentando le sue (autorevolissime ndr) perplessità” circa l’apertura delle scuole. Il Presidente del Consiglio, però, di quella missiva ha fatto un prevedibile uso eterodosso di pulizia intima posteriore, costringendo il nostro immarcescibile Governatore a sparigliare le carte con una bomba sganciata nella giornata di sabato: «Mbare Mario, ju i scoli i chiuru  finu a meccoledì. Mi jocu tutti i jonna di vacanza extra…uora chi fai?».

Cribbio che rivoluzione! In tre giorni u Signuruzzu risuscitau e pinsati ca non abbàstunu pi sciogghiri stu ruppu? In effetti il tempo è stato sufficiente e mercoledì mattina il Presidente della Regione e l’assessore all’Istruzione Lagalla hanno proclamato solennemente il tanto sospirato rientro. Tutto risolto. Certo, nel resto d’Italia ci si era già arrivati da tre giorni prima, ma non importa, tutto è bene quel che finisce bene!

Au aspè!!! Un momento, non cantati vittoria! I sindaci non dissunu nenti?

Ovviamente i primi cittadini non potevano stare a guardare e nella serata di mercoledì, capeggiati da Savucciu ca pi sti cosi è u nummuru unu, hanno stoppato la partita portandosi via il pallone: scuole chiuse! Il comunicato Feisbùck – strumento ormai diventato più importante della Gazzetta Ufficiale – è stato il colpo del grande statista: “Una decisione che muove esclusivamente dalla necessità fondamentale di tutelare la salute dei ragazzi e degli operatori della scuola”.

Inevitabilmente ne è nato un caos totale, con tutta l’organizzazione di genitori, studenti e docenti che è andata a trovare peripatetiche in via delle Finanze. Il piccolo Kevinni, ca era cuntentu di tunnari a scola pi farici stracanacchi a Maicoll, c’arristau mali e a so patri ci tuccau allipparisi abusivamente alla linea wi-fi del vicino pi farici fari i suddetti stracanacchi in dad. A matri di Sciantall, ca aveva mal di testa e s’ava addummisciutu presto, l’indomani ittau do letto a so figghia e s’appresentau davanti a scola chiusa, bestemmiando po tingimussu Dior da quarantacinque euro ca s’ava ntappatu pi nenti. I professori mannanu mail fino e tri di notti pi organizzare na parvenza di lezione decente. Ma diciamoci la verità: la sicurezza degli operatori della scuola doveva essere salvaguardata e questi non sono che piccoli disagi a confronto.   

A questo punto però, se la situazione era davvero così grave, probabilmente saranno stati chiusi anche i ristoranti, le pizzerie, gli stadi, le palestre, le scuole calcio, le piscine, i cinema…

Ah no?! Quelli hanno già subìto troppi danni a causa della pandemia?

Giusto! E allora i centri commerciali, lì si crea sempre assembramento!

Ah no?! Ci sono gli sconti e la gente vuole rifarsi il guardaroba?

Ok, ma almeno le sale bingo le avranno chiuse, a che cazzarola servono le sale bingo?

Ah, le sale bingo i lassanu apette…

Scusate, ma in questa terra solo ad andare a scuola è pericoloso?

Ah, il pericolo è che i ragazzi apprendano e ragionino…

Già, è vero, è meglio che rimangano sudditi ignoranti piuttosto che cittadini, altrimenti oltre ai favori potrebbero chiedere qualche diritto…e questo sarebbe davvero inaudito e pericoloso, altro che Covid…

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E ANCORA Ci volunu i bummi…#accatania

Fabrizio Ventura

Si laurea in Economia all'Università di Catania grazie a diverse raccomandazioni e al ricorso sistematico al Cepu. Riesce ad entrare in banca copiando spudoratamente ai test di assunzione, ma si accorge presto che quella non può essere la sua strada. Si butta allora a capofitto nello studio, riuscendo a conseguire diverse lauree presso l'Università della Vita: scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria civile, lettere e recentemente medicina con specializzazione in virologia. Consapevole che il suo futuro è nel reddito di cittadinanza, decide di togliere tempo al lavoro da bancario per dedicarlo alla scrittura: al suo attivo centinaia di post su Feisbùkk, la rubrica #accatania su Catania Live 24 e un romanzo che prima o poi qualcuno mosso a compassione deciderà di pubblicare.

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