Il ricorso cautelare presentato dall’ex sindaco Salvo Pogliese è stato rigettato dalla Prima Sezione Civile del Tribunale di Catania.
Il rigetto trova conferma nell’ordinanza collegiale depositata nella giornata di sabato 19 marzo.
A presentare il ricorso cautelare erano stati i legali dell’ormai ex primo cittadino del capoluogo etneo, Eugenio Marano e Claudio Milazzo.
I due professionisti si erano opposti, per conto del loro cliente, alla sospensione per diciotto mesi dalla carica.
Lo stop era arrivato arrivato in applicazione della Legge Severino.
La Procura etnea aveva definito il ricorso cautelare – presentato contro la Prefettura di Catania e il ministero dell’Interno – “inammissibile, nullo e infondato per difetto dei requisiti“.
Nello specifico, gli avvocati avevano chiesto ai giudici di disporre “il pieno esercizio del diritto di elettorato passivo di Salvatore Domenico Pogliese, comunque idoneo a garantire la prosecuzione del proprio mandato elettorale quale sindaco di Catania e della città Metropolitana di Catania”.
LA VICENDA
La condanna del Tribunale di Palermo a quattro anni e tre mesi di reclusione per peculato risale al 23 luglio 2020.
La vicenda riguarda il processo sui rimborsi all’ARS nel periodo in cui Salvo Pogliese ricopriva la carica di vicepresidente del gruppo del PdL.
Il processo d’appello, a Palermo, comincerà il prossimo 9 giugno.
L’allora prefetto di Catania Claudio Sammartino aveva sospeso Salvo Pogliese dalla carica per diciotto mesi, già il giorno successivo alla sentenza.
L’esponente di Fratelli d’Italia, tuttavia, era tornato in carica il 5 dicembre del 2020 dopo un ricorso dei suoi legali al Tribunale Civile.
Il 24 gennaio, la Prefettura aveva fatto notificare il provvedimento di ripristino della sospensione.
Il tutto, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato “non fondate le questioni di legittimità” sollevate dal Tribunale Civile di Catania in merito all’applicazione della legge Severino.
A sollecitare al giudice civile l’intervento della Consulta era stata la difesa di Salvo Pogliese.