San Gregorio, presentato progetto per riqualificazione beni confiscati alla mafia

Dopo 20 anni, si è riusciti a San Gregorio a progettare ristrutturazione e riqualificazione degli edifici confiscati alla mafia.

Per poi assegnarli ad associazioni a scopo sociale e benefico.

Tutto ciò grazie all’Amministrazione Corsaro e ai finanziamenti del Pnrr.

Assessori e Sindaco hanno lavorato alacremente affinché si arrivasse in tempo per presentare il progetto nel rispetto del bando.

Che, però, poneva delle indicazioni che hanno penalizzato alcuni obiettivi che l’Amministrazione comunale si era prefissata.

“Il progetto ha un valore di 700 mila euro”

«Dal 24 di novembre lavoriamo instancabilmente insieme ai componenti dell’ufficio Tecnico – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Salvo Cambria – coadiuvati da tanti amici tra i quali l’ing. Francesco Aitala per la redazione di un progetto tecnico che ci permettesse di essere seriamente competitivi rispetto al bando. L’Avviso, paradossalmente, non ci permetteva di valorizzare questi beni perché non eravamo pronti ancora a questo tipo di “Azioni” in un tempo brevissimo; se non fosse stato per le tre proroghe non saremmo riusciti ad avere un progetto così preciso e puntuale, dettagliato, costruito sulla base dei punteggi richiesti dal bando. Il progetto ha un valore di circa 700,000 euro e riqualificherà gli immobili e gli spazi esterni».

I beni cui si fa riferimento sono due e si trovano ubicati in Via Giorgio De Chirico.

Precisamente nella zona sud della cittadina e sono appartenuti al boss della mafia Nitto Santapaola.

Il progetto prevede la ristrutturazione dei locali volta all’insediamento di un centro antiviolenza denominato “Orizzonte Legalità – Costruire Legalità”.

Nonchè un centro integrato autismo con la riqualificazione degli spazi esterni.

Al centro del progetto centri antiviolenza, accoglienza, integrazione e autismo a San Gregorio

«Fermo restando le finalità sociali per le quali ci siamo sempre prodigati – ha sottolineato l’assessore ai Servizi sociali, Seby Sgroi -, per essere competitivi nel progetto, abbiamo dovuto pagare il prezzo delle finalità sociali talvolta trascurando quelle che sono prerogative particolari del Comune di San Gregorio. Il bando – ha continuato il vice sindaco Sgroi – nelle finalità ha uniformato tutto il Sud Italia non tenendo conto che ogni Comune, ogni realtà territoriale ha esigenze diverse. In sostanza – ha concluso – abbiamo dovuto togliere di vista alcuni obiettivi sociali che avevamo destinato per quei beni per essere competitivi col bando».

A fare eco all’assessore Sgori è il primo cittadino, Carmelo Corsaro: «Se anziché avere un immobile avessi avuto una casa rurale, sempre confiscata alla mafia, destinata ad una masseria didattica sicuramente non saremmo stati competitivi perché le finalità sociali del bando erano rivolte a centri antiviolenza, accoglienza e integrazione. Noi abbiamo forzato inserendo l’Autismo. Ogni territorio ha le sue prerogative. Il bando – ha concluso il sindaco – avrebbe dovuto prevedere la riapertura dei locali in sicurezza con dei progetti che rispondessero, però, alle esigenze del Comune che li presentava».

Il centro antiviolenza (Centro di aiuto alla vita) è a sostegno delle donne e bambini vittime di violenza.

Con attenzione alle donne con disabilità, attraverso la creazione di uno sportello di ascolto, accoglienza e assistenza multidisciplinare.

Il centro per l’autonomia personale e sociale per giovani con autismo e i loro familiari, invece, consentirà dei percorsi abilitanti di autonomia.

La gestione del Centro di aiuto alla Vita sarà affidata ad associazione specifica iscritta all’albo regionale ex L.R. n. 22/1986.

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