Non sarà facile perchè la concorrenza possiede argomenti di tutto rispetto, ma Siracusa certamente ha tutte le carte in regola per diventare la “Capitale italiana della Cultura” nell’edizione 2024.
La città aretusea, infatti, è stata selezionata dal Ministero della Cultura per lo stesso ruolo ricoperto da Palermo nel 2018.
La competizione vedrà impegnate le marchigiane Ascoli Piceno e Pesaro, le venete Chioggia e Vicenza, le toscane Grosseto e Viareggio, la pugliese Mesagne, la ligure Sestri Levante con il Tigullio e l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento in Campania.
Dieci realtà profondamente diverse, non solo per collocazione geografica.
Natura, patrimonio immateriale, turismo, sono i temi su cui tutte puntano per vincere il titolo.
Siracusa, autentico gioiello dell’archeologia e dell’architettura, emblema della bellezza del Mezzogiorno e sintesi di storia, è la sola città siciliana in corsa.
L’eventuale conquista del titolo sarebbe la testimonianza più autentica del binomio inscindibile tra la Sicilia e la cultura.
A fregiarsi del riconoscimento di “Capitale della Cultura”, negli anni, sono state città del Sud, del Centro, del Nord e dell’Italia insulare.
Nel 2015, lo furono Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena.
Mantova e Pistoia,invece, rispettivamente nel 2016 e nel 2017.
Il 2018 fu la volta di Palermo, seguita da Parma nel 2020 e nel 2021.
Procida lo sarà nell’anno in corso mentre Bergamo e Brescia lo saranno nel 2023.
Tra le finaliste per il 2024, si preannuncia una competizione interessante per via delle specificità che le caratterizzano: paesaggistiche, territoriali, culturali e antropologiche.
Il titolo è molto ambito ma non è legato alla “bellezza” dei luoghi in gara.
Il premio è per la città che riesce a sviluppare la proposta culturale più coinvolgente, attrattiva, innovativa e trasversale.
Appare chiaro che, nel momento storico in atto, la competizione si arricchisce di contenuti nuovi tra voglia di ripartenza e necessità di restituire al mondo delle arti e della cultura ciò che l’emergenza sanitaria ha inevitabilmente tolto.
Il profilo della ninfa Aretusa con i capelli colore del mare che diventa un QR code.
È questo il logo di Siracusa “Capitale Italiana della Cultura 2024”, inserito nel dossier sulla candidatura.
Un simbolo dai chiari riferimenti: il legame tra la gloriosa storia antica e la modernità e sotto il claim Città d’Acqua e di Luce che richiama i due elementi caratterizzanti, capaci di rapire tutti i visitatori.
Un logo condiviso dai due compagni di viaggio che collaborano in partnership con il Comune per la candidatura.
Renata Sansone di Civita Sicilia descrive il logo ” funzionale e moderno, come moderna a innovativa fu Siracusa nell’antichità e non solo attraverso Archimede”.
Il direttore di Federcultura, Umberto Croppi, ha spiegato inoltre che “Siracusa è l’unica candidata ad avere già previsto nel dossier un logo capace di essere, inoltre, sintesi dell’intero progetto”.
Quindici, in tutto, gli interventi di recupero in programma che porteranno all’apertura di sei siti.
Dodici le mostre di livello internazionale, i premi da assegnare e i personaggi della storia siracusana dei quali si intende approfondire le figure.
Ventiquattro i festival.
Previsto il coinvolgimento delle scuole con dieci progetti multidisciplinari.
Quarantacinque milioni di euro, infine, destinati a interventi di rigenerazione urbana.
Un ottimo risultato, l’esito vincente di un lavoro di squadra.
Questo, secondo il primo cittadino di Siracusa Francesco Italia, è il primo step verso il possibile traguardo di Capitale italiana della Cultura 2024.
Se la candidatura della città è stata accolta e Siracusa figura tra le finaliste, lo si deve, spiega il primo cittadino “all’assessore alla Cultura Fabio Granata, al comitato organizzatore e ai dipendenti comunali”.
E, naturalmente, alle istituzioni e ai cittadini.
Al di là del risiltato finale, il capoluogo aretuseo sta scrivendo una bella pagina di storia cittadina.
Molto soddisfatto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
” La candidatura di Siracusa – spiega – fa un passo avanti: è nelle dieci finaliste.”.
“Dal governo regionale- assicura – massimo impegno accanto alla città, che merita di rappresentare tutta la Sicilia”.
“Siamo di fronte a una sfida – conclude – nella quale oltre alla bellezza dei luoghi serve la mobilitazione culturale e sociale delle coscienze“.
Un’occasione irripetibile, dunque, per il capoluogo aretuseo e per l’isola tutta.
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