“Una condanna a morte sarebbe stata più dignitosa ed efficace, quantomeno mia moglie e i miei figli si godrebbero la pensione di reversibilità. […] E forse la mia morte è davvero la soluzione ai nostri problemi!”
Queste le parole usate da Roberto Speziale, padre di Antonino Speziale- che ha scontato 8 anni e 8 mesi di carcere per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti il 2 febbraio del 2007, poi rilasciato- all’interno dell’esposto indirizzato, tra gli altri, al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e a Marta Cartabia, Ministro della Giustizia.
Speziale chiede spiegazioni. Come si legge dall’esposto per la sua abitazione, “ingiustamente svenduta in modo riprovevole, vanificando i sacrifici di una vita”.
A seguito di tre tentativi di vendita dell’immobile, infatti, la sua abitazione è stata aggiudicata nell’anno 2017 ad un “prezzo vile, inferiore ad un terzo del valore di stima. Peraltro inferiore a quello di mercato”
In riferimento a ciò, Speziale denuncia “gravi violazioni dei diritti: sono stato spogliato del sacrosanto diritto ad avere un tetto sulla testa per il quale ho sudato lacrime e sangue”. Lamentando, inoltre, “gravi anomalie” e “errori e negligenze” nell’ambito della procedura esecutiva.
In altre parole, Roberto Speziale dichiara, a causa delle vicende giudiziarie del figlio, di essersi ritrovato in gravi difficoltà economiche. “Al punto da dover accedere a un mutuo fondiario nel novembre 2017”. Ponendo come garanzia del suo pagamento la sua abitazione “prima e unica”.
E’ proprio in riferimento al mutuo che Speziale denuncia apertamente delle “gravi violazioni dei miei diritti”. Spiegando in modo approfondito che il creditore avrebbe proposto un “procedimento di esecuzione forzata immobiliare” dopo aver posto a “pignoramento” la casa. E, successivamente, anche la pensione. Convenendo, in un secondo momento, all’assegnazione, a favore del creditore, di una “fruizione mensile della mia pensione”. Con importo pari alla rata del mutuo originariamente sottoscritto.
E, in particolare, lamentando la circostanza per la quale: “sebbene, a cominciare da novembre 2012, la banca riceveva mensilmente quanto a lei spettante, la stessa in modo del tutto spregiudicato proseguiva nell’azione di espropriazione volta alla vendita di casa mia”. Precisando, poi, di non aver “mai disconosciuto un debito e di aver provato più volte a trovare i fondi per soddisfare il creditore”
Con questo fine, Speziale ha dichiarato di aver intrapreso le vie legali. Mediante la “Procedura del Piano del Consumatore”,infatti, “si sospendeva qualsivoglia procedura esecutiva” avendo cura di comunicarlo a chi di competenza.
Nonostante ciò, lamenta “ben tre tentativi di vendita (della casa ndr) tutti andati deserti” sino alla vendita avvenuta nel dicembre 2017.
Infine, ancora una volta, mostra perplessità relativamente al prezzo di vendita dell’immobile determinato da ” ribassi su ribassi a causa di aste deserte” che, inoltre, “sacrifica le aspettative del creditore”. Il quale aveva già beneficiato di una somma ben superiore a quella legata al prezzo di vendita della casa. Ma anche quelle del debitore “al quale verrebbe sottratta la sua prima e unica casa senza nemmeno riuscire a pagare il debito”
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