In Sicilia si sprecano ogni anno 400mila tonnellate di alimenti.
Nel 2020 il Banco Alimentare ha recuperato, raccolto e ridistribuito quasi 13mila tonnellate di alimenti per sovvenire alle esigenze di circa 240mila siciliani.
«In Sicilia si stima uno spreco ogni anno di 400mila tonnellate di alimenti. I protagonisti in negativo sono distribuiti equamente tra famiglie e operatori economici e tra questi ultimi il settore prevalente è l’agricoltura, responsabile per oltre il 35%, mentre distribuzione e ristorazione concorrono rispettivamente per il 10% e il 5%.
L’industria è la più “virtuosa” concorrendo per un fisiologico 2%. Purtroppo solo una piccola parte di questi prodotti, meno del 5%, viene donata a chi ne avrebbe davvero bisogno. Il resto diventa spreco alimentare e quindi rifiuto che determina rilevanti esigenze di gestione e relativi impatti, economici e ambientali».
In Sicilia il Banco Alimentare, grazie a due delle 21 sedi italiane (Catania e Carini), nel 2020 ha recuperato, raccolto e ridistribuito oltre 12.890 tonnellate di alimenti.
Nei comuni siciliani dove la raccolta differenziata ha raggiunto valori in linea con gli obiettivi nazionali, l’aliquota di scarto alimentare nel rifiuto umido (l’organico) può raggiungere anche l’80-85%. Un quarto di questo “cibo” si poteva ancora consumare.
In sintesi ogni siciliano genera in media circa 100 chilogrammi di rifiuto alimentare di cui almeno 30 (pane, ortaggi e frutta su tutti) sarebbero stati certamente evitabili attraverso un comportamento più consapevole e più sostenibile».
Domenico Messina del Banco alimentare della Sicilia Onlus.
Proprio la Fondazione Banco Alimentare, coadiuvata dalle organizzazioni territoriali come i club service (Rotary, Lions, AIAT), organizza ogni anno, l’ultimo sabato di novembre, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, quest’anno giunta alla 25.ma edizione.