La storia di Sant’Agata, la santa protettrice di Catania. Ecco perché è diventata santa. Immani sofferenze per lei in nome del Signore
Catania è una città profondamente cattolica e legata alle figure dei santi, ma ce n’è una in particolare che occupa un posto speciale nella storia e nel cuore dei catanesi: sant’Agata. La festa dedicata alla santa, del resto, è un evento atteso ogni anno con grande emozione, ferma la città e riunisce le famiglie per celebrare e ringraziare la santa che nella storia spesso è intervenuta per proteggere la città. E’ stata nominata santa perché ha sofferto duramente nella vita, con sofferenze impensabili.
La storia di Sant’Agata di Catania e le terribili sofferenze
Nata presumibilmente a Catania, perché non ci sono informazioni precise a tal proposito, verrebbe da una famiglia nobile e agiata. Il problema che condizionò la sua vita fu fondamentalmente uno, ovvero una straordinaria bellezza che catturò le attenzioni di centinaia di uomini. Uno sguardo in particolare però le fu fatale: quello del console della città, Quintino, il quale propose il matrimonio a Agata.
Lei però rifiutò poiché aveva consacrato la sua verginità al Signore. Il giovane respinto, nonostante i suoi sforzi disperati per convincere Agata a sposarlo, coinvolgendo addirittura una donna deviata e esperta in arti amorose, la denunciò come seguace della fede cristiana quando capì che non ci sarebbero stati margini per convincerla. Come intuibile, all’epoca, ricevere una tale denuncia era praticamente una sentenza di morte.
A quel punto Agata subì infatti torture terribili, tra le quali le furono strappate e amputate le mammelle. Ciononostante, non rinnegò il suo credo e la sua posizione. E nonostante fu gettata in carcere moribonda dopo le terribili ferite, Agata fu miracolosamente guarita. Il suo martirio culminò il 5 febbraio 251, quando subì nuovi e barbari supplizi, impressionando persino i carnefici con il suo eroismo.
Venerata come patrona di Catania, la figura di Agata assunse un significato particolare quando, nel primo anniversario della sua morte, salvò la città da una terribile eruzione dell’Etna. I cittadini presero infatti il velo depositato sulla sua bara e andarono in processione con questo. La lava che scendeva travolgente, improvvisamente, si arrestò. Da lì in particolare è nato il profondo legame con la città diventato famoso in tutta Italia. Ancora oggi, Santa Agata è invocata come protettrice contro le eruzioni dell’Etna e considerata un baluardo contro gli incendi.