Lo stadio Massimino di Catania è un luogo sacro della città e amato dai catanesi, ecco la sua origine, da chi è stato costruito e perché è chiamato così da qualche anno a questa parte. Prima aveva un altro nome
Quando si pensa ai luoghi di Catania da vedere c’è di sicuro anche lo stadio Massimino, tempio calcistico che, a prescindere dalla categoria in cui milita la squadra, offre sempre smisurate emozioni per il calore e la passione della tifoseria. Sono passati ormai tanti anni ma sono ancora vive nella mente di tutti gli appassionati di calcio le grandi cavalcate in Serie A con profili del calibro di Diego Simeone, Giuseppe Mascara, Alejandro Gomez, Morimoto e i grandi derby siciliani contro il Palermo in Serie A, con la speranza che entrambe – per il bene della Sicilia – possano tornare presto nella massima categoria italiana.
E’ consigliabile, se si ha l’occasione, di vedere una partita del Catania live dallo stadio per capire realmente cos’è la passione catanese per una squadra che nella storia non ha mai vinto niente ma che ha lasciato un segno fortissimo nello sport italiano e specialmente nei cuori dei catanesi. Ma come nasce storicamente l’impianto della città?
Come è nato lo stadio Massimino di Catania
Lo stadio catanese è stato eretto nel 1935 su progetto dell’architetto Raffaele Leone e per conto della ditta dell’ingegnere Antonio Ferro. Fu originariamente battezzato come “Cibali” come omaggio al quartiere in cui sorge, ed è stato inizialmente inaugurato nel novembre del 1937 con una partita di Serie C tra ACF Catania e Foggia, che ha visto i padroni di casa prevalere con un punteggio di 1-0.
Durante gli anni ’40, il complesso ha assunto la denominazione “Italo Balbo“, mantenuta fino al termine del periodo fascista. Successivamente, con la fine di tale era triste, lo stadio ha riacquisito il suo nome originale. La sua storia è stata poi arricchita e caratterizzata da avvenimenti emblematici, tra cui la celebre esclamazione di Sandro Ciotti il 4 giugno 1961 quando il Catania ha sconfitto la leggendaria Inter di Helenio Herrer, segnando un momento epico nell’annali calcistici con il grido “Clamoroso al Cibali!” che ancora oggi è motivo di orgoglio.
A partire dagli anni ’60 la proprietà del Catania ha valutato la possibilità di costruire un nuovo stadio a Pantano d’Arci, motivata dalla presenza di una pista d’atletica che rende la struttura non proprio modernissima ma che soprattutto intralciava e continua a ostacolare la visuale completa delle partite. Il progetto tuttavia non è più decollato proseguendo allo stesso terreno di gioco.
Dal 2002, poi, lo stadio ha assunto il nome di Angelo Massimino, figura di spicco che è stato presidente rossoblu tra 1969 e il 1996. Fu dunque una dedica all’ex proprietario che rappresenta un tributo significativo a un leader che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del club gettando le basi di un Catania che ha poi raggiunto vette sempre più alte negli anni successivi.