Il ciuccio è un prezioso alleato di mamma e papà, ma al momento giusto come va poi eliminato dalle abitudini dei neonato?
Il ciuccio è da subito una manna dal cielo per i genitori, uno strumento che calma quasi sempre nell’immediato il bambino che in quel momento è tormentato da un qualunque tipo di malessere o contrariato per diversi motivi. Ai più piccoli ci si mette anche un po’ di miele su per addolcire il proprio cucciolo e aiutarlo ad addormentarsi sereno. Un aiuto non indifferente, soprattutto quando – da piccolissimi – tendono a svegliarsi durante la notte.
Il problema, però, subentra quando poi arriva il momento di toglierlo. Perché se dai zero ai due anni è normalissimo averlo, diciamo che in proiezione dei tre sarebbe consigliato toglierlo non solo per questioni di abitudini e crescita ma anche per la stessa salute dentale. Ma a quel punto, abituatosi ormai da anni, diventa un’impresa sottrarglielo o non ripresentarglielo quando ne farà richiesta. Come fare quindi?
Ci sono vari metodi per riuscirci. A tutti serve una premessa doverosa: la continuità, senza farsi impietosire dagli occhioni tristi del bambino o dai suoi pianti iniziali. Un metodo efficace, a tal proposito, è eliminare il ciuccio il prima possibile. Se il neonato è ancora piccolo, entro i 12 mesi, andrà dimenticando nel giro di un paio di giorni.
Ci sono poi due tecniche per i bambini più grandi: toglierlo del tutto all’improvviso, prendendo tutte le conseguenze deliranti del caso, oppure gradualmente consegnandolo al bambini solo in alcuni orari critici come quelli della nanna o della stanchezza dove più potrebbe averne bisogno. Inventare una storiella, per quanto non possa sembrare, in verità aiuta tantissimo. Per i bambini più grandi la creatività può essere un valido alleato. Così inventare una favoletta con fatine, folletti o buffi animali responsabili del ciuccio, magari in cambio di un piccolo premio, potrebbe rendere il processo più divertente.
Un’altra mossa vincente è non sostituire un ciuccio danneggiato dai morsi dei bambini. Molti studi, infatti, rivelano che quando troppo compromessi sono i bambini stessi poi a lasciarli indietro senza più desiderarli. Infine c’è un altro metodo particolarmente efficace seppur “crudele”: dare un gusto cattivo al ciuccio. Se al bambino per esempio non piace il miele e lo si bagna leggermente in questo prima di darglielo, disgustato, il diretto interessato toglierà da solo il ciuccio. E credendo che vi sia sempre quel gusto applicato, non lo vorrà più. Fortunatamente col cane, in genere l’altro figlio di famiglia, non vi è questo tipo di problema.
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