Parallelamente allo sviluppo dell’AI, cresce la paura di molte figure professionali che temono di perdere il posto di lavoro, rimpiazzato dalle nuove tecnologie. Ebbene, ci sono delle professioni che l’intelligenza artificiale non potrà mai svolgere.
Molte figure professionali possono tirare un sospiro di sollievo e smetterla di avere paura: ci sono dei lavori che l’AI non potrà mai svolgere. Non è il caso di allarmarsi e temere di perdere il proprio posto, sostituiti dalle nuove tecnologie, nonostante l’avanzata e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale siano particolarmente rapidi.
Oggigiorno l’AI viene sempre più utilizzata. Proprio per questo, si sente spesso dire che “ruberà il lavoro”. Senz’altro, questo è un problema che affligge figure professionali sostituibili dall’intelligenza artificiale, i cui risultati possono essere di gran lunga più rapidi e meno dispendiosi. Restano tuttavia dei mestieri che non potrà mai svolgere, e chi li svolge può stare tranquillo.
AI, ci sono lavori che non potrà mai sostituire
Analizzandole bene, sono molte le mansioni svolte dall’uomo che non potranno essere sostituite nei prossimi decenni dall’AI. Sicuramente le macchine possono aiutare nella produzione in serie e nelle azioni monotone e ripetute nel tempo, ma ad esempio, non potrà prendere il posto di quelle figure creative che basano i risultati del proprio lavoro sull’empatia.
Si parla di tutti quei lavori che hanno a che fare con la musica, quindi musicisti, direttori d’orchestra, cantanti e artisti dei vari cori. Ancora, quelli legati al mondo artistico, come la pittura o la scrittura. Certamente strumenti dell’AI come Chat GPT consentono di redigere testi della lunghezza di un libro, ma non può riprodurre la creatività umana e le emozioni che ne derivano, elementi chiave affinché un lettore si appassioni alla storia.
Anche la professione dell’imprenditore resta salva: è un ruolo che necessita istinto e buona dose di leadership, caratteristiche non possedute dall’AI. Resteranno intoccabili anche gli artigiani, i meccanici, gli idraulici e gli elettricisti, così come le professioni sanitarie e quelle legate al mondo dell’educazione. Ad esempio, non esistono oggi macchine che potranno fornire un supporto psicologico o psichiatrico ad un paziente.
