I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, su delega della Procura distrettuale etnea, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di pubblici ufficiali indagati, in concorso, per istigazione alla corruzione nell’ambito della procedura di esproprio per pubblica utilità di terreni adiacenti ad un importante sito della
Sicilia orientale.
L’attività investigativa è stata svolta in Sicilia, Puglia e Lazio.
IL COMUNICATO DELLA GUARDIA DI FINANZA
La Guardia di Finanza ha rilasciato un comunicato stampa, in cui viene spiegata nel dettaglio l’operazione “Extra Base”, specificando i nomi dei soggetti coinvolti e i reati loro contestati.
” Nell’ambito di attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – si legge – i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, nei confronti di Matteo Mazzamurro e Giuseppe Laera, sottoposti a indagini – in qualità di, rispettivamente, Tenente Colonnello e Luogotenente, appartenenti all’Aeronautica militare/3° Reparto Genio di Bari – per istigazione alla corruzione nell’ambito della procedura di esproprio per pubblica utilità di terreni privati per l’ampliamento a finanziamento NATO della base aerea di Sigonella.
Nel dettaglio, le articolate indagini, svolte dalle unità specializzate anticorruzione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, hanno preso spunto dalla denuncia di un collaboratore di una delle società proprietarie dei terreni facenti parte dell’estesa area oggetto di esproprio.
Le successive investigazioni, anche di natura tecnica ad ampio spettro, hanno consentito di riscontrare che i due appartenenti all’Aeronautica militare, deputati a seguire l’iter amministrativo di tutta la procedura di esproprio di una vasta area (circa 100 ettari) confinante con la base aerea di Sigonella, hanno sollecitato il proprietario del terreno a versare una somma di denaro in contanti, garantendo in cambio molteplici vantaggi quali:
un indennizzo maggiore (fino a 35 mila euro per ettaro) rispetto ai valori di mercato (18 mila euro) per l’esproprio del terreno;
un ampliamento, rispetto al progetto originario, dell’area da espropriare, così da garantire un maggiore vantaggio al privato, con conseguente aumento della spesa pubblica;
il celere riconoscimento dell’indennità di esproprio, senza necessità di avviare contenzioso con la Pubblica amministrazione.
Le indagini hanno consentito di accertare che i pubblici ufficiali sottoposti a indagine, in cambio della messa a disposizione della loro funzione, hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del terreno un illecito compenso, stabilito mediante un “tariffario” che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3 per cento) a favore dei pubblici ufficiali, in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio.
Nel corso delle attività di esecuzione della citata ordinanza di custodia cautelare, sono state eseguite perquisizioni del domicilio e degli uffici in uso ai due militari destinatari delle misure personali.
È stato inoltre eseguito, nei confronti della Direzione dei lavori e del demanio del Ministero della difesa (GENIODIFE), un ordine di esibizione della documentazione inerente alla procedura di esproprio.
L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della spesa pubblica, mediante complesse indagini volte a tutelare l’Erario e a contrastare le più insidiose forme di reati contro la Pubblica amministrazione”.