Vite al limite è uno specchio sulla realtà della BED, il binge eating disorder, argomento estremamente reale ma anche raramente trattato, scopriamolo insieme
Vite al limite è un reality estremamente particolare, non c’è tanto da poter discutere. Le storie che vengono riportate raccontano di una realtà che ancora oggi nel 2023, viene spesso totalmente ignorata. Il BEG, è ancora un po’ la cenerentola dei disturbi alimentari. BEG starebbe per “binge eating disorder“, in italiano letteralmente disturbo dell’alimentazione incontrollata. Caratterizzato da una serie di raptus esplosivi di scorpacciate. Appunto incontrollate.
Questa specifica DCE è una delle meno trattate. Soprattutto rispetto alle altre più comuni e più discusse, come ad esempio l’anoressia. Il programma Vite al limite ha creato un’apertura nei confronti di questa seria problematica, che prima semplicemente veniva solo ignorata. Il programma parla di una serie di persone che, per un motivo o per un altro, nella vita si sono ritrovate a combattere con questa grave patologia.
Spesso, come altri disturbi alimentari, sono risposte a traumi vissuti in giovane età. Questioni interne generalmente non affrontate e somatizzate in maniera non sana, che poi si sono riflesse nella realtà attraverso lo sfogo sul cibo. Il recente film “The wale” tratta proprio questo argomento come carine del racconto. Il modo in cui il mondo ignora chi ha questa problematica, e considera quella che spesso è ritenuta una vera e propria dipendenza, come problematica di Serie B.
Vite al limite, il caso di Jeanne Covey
Non c’è molto da dire, se non che il reality ha aperto al mondo gli occhi. Ma soprattutto ah dato alla gente che conviveva con questa realtà, la capacità di vedere una prospettiva migliore. La possibilità di uscire dal tunnel nella quale la vita li aveva posti. Molti dei personaggi che abbiamo conosciuto in Vite al limite non hanno avuto le conclusioni che speravano, ma non è nella sconfitta che si legge la parte positiva di questa serie televisiva.
Molti altri casi, come quello di Jeanne Covey, ha fatto breccia nel cuore di tantissimi. La donna durante le riprese della sua puntata, ha subito un grave lutto familiare, che l’ha aiutata a spingere ancora di più su sé stessa, e a trovare una strada che non pensava di meritare. Ad oggi, come possiamo vedere dai suoi costanti aggiornamenti su Facebook, la donna ha continuato splendidamente la via che aveva intrapreso, senza abbandonare l’obbiettivo postosi.
Un esempio commovente che è riuscito a fare breccia addirittura nel cuore del medico che dirige le cure dei protagonisti, il dottor Nowzaradan. Le realtà che leggiamo in Vite al limite sono specchio di una società che dà peso solo alla salute fisica e che continua a tenere quella mentale come di seconda categoria, ma con il tempo il mondo prenderà consapevolezza dell’importanza di entrambe.