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#Accatania mancu li cani

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Fabrizio Ventura

Nei giorni scorsi l’assessore con delega alla Tutela e al Benessere degli Animali, Michele Cristaldi, ha presentato uno splendido progetto che potrebbe finalmente ridurre il fenomeno del randagismo #accatania: la Dog Card. In buona sostanza si tratta di una rete di esercizi commerciali e veterinari, che garantirà una certa scontistica a chi ha il buon cuore di adottare un cagnolino “ospite” dei “rifugi” convenzionati col Comune.

Che bella iniziativa! Onestamente ci sarebbe poco da dire, eppure, scavando un po’ più a fondo si inizia a trovare qualche petra ‘nda linticchia. Niente di che, per carità, ma giudicate voi… All’iniziativa partecipano anche alcuni canili, picchì su canili e non “rifugi”, tra cui il “Rifugio di Concetta”.  Immagino che il nome non vi dica niente, però, se andate un po’ a cercare su Google vi accorgerete che si tratta in buona sostanza del nuovo nome, con soggetti di riferimento assai simili, del canile “Nova Entra”. Ve lo ricordate? Immagino di no, picchì #accatania mangiamu pani scuddatu. E’ il canile i cui responsabili sono a processo, insieme con alcuni funzionari del Comune di Catania e alcuni veterinari dell’Asp, per associazione a delinquere, truffa e maltrattamento di animali.

Io sono garantista, e ci mancassi autru, quindi per me sono tutti innocenti sino a sentenza passata in giudicato, eppure lo stesso Comune non la pensa proprio così, perché si è costituito parte civile nel processo. Ma macari iddu, evidentemente, mangia pani scuddatu…

Al di là della questione processuale, che ci interessa il giusto, le problematiche vere riguardano le modalità e l’organizzazione della repressione del fenomeno del randagismo nella nostra città. Il problema fondamentale è che non esiste un canile pubblico, picchì su tutti privati. Il Comune paga perché si “accolgano” i poveri cani e, ovviamente, più sono gli “ospiti” e più paga. Il sillogismo è presto fatto: cui prodest la vera repressione del fenomeno?

La cosa da fare sarebbe la sterilizzazione di massa dei randagi, ma non si è mai portata avanti e non si capisce perché, visto che sarebbe la soluzione più economica. Si preferisce pigghialli e ghittalli ‘nda ‘n box, pavannu migliaia e migliaia di euro per il “servizio”…e poi, da fenomeni quali siamo, ni ‘ntuppamu l’occhi o ni giramu dall’autra patti.

Nel frattempo ci sono pratiche commerciali illegali che sono perpetrate impunemente e che contribuiscono a far lievitare la problematica: lo sapete per esempio che i cani senza pedigree non possono essere venduti, ma solo regalati? Invece, e non solo #accatania purtroppo, cu è ghiè fa accoppiare un paio di canuzzi di simil razza e i vinni pi du liri. Se non ci credete date un’occhiata su una qualsiasi piattaforma on line o chiedete esplicitamente nei negozi di animali se gli esemplari in vendita ce l’hanno. Accussì quannu u picculu Kevinni voli ‘n canuzzu, so patri Turi cu centu euri ciù po accattari. Chiddi ca non si vinnunu, invece, si ponu tranquillamente ittari, perché tanto sono completamente invisibili…   

I cani si adottano o, se proprio ne volete uno di razza, si comprano dagli allevatori seri, quelli che portano avanti una costosa e accurata selezione per smussare le tare genetiche caratteriali e di salute. Il resto è tutto business da quattro soldi, come sempre a scapito dei più deboli. Cuccioli tolti alle madri dopo poche settimane di vita e che, per questo, avranno molto probabilmente problemi caratteriali irrisolvibili. Tutto per il solo squallido piacere di metterli in vetrina come fossero i manichini della Rinascente.

Infine ci su i cani dei picurari…siccunnu vuatri su chippati o sterilizzati? Ovviamente no e spesso capita che si accoppino con esemplari ferali delle campagne e della montagna, innescando un mix genetico esplosivo. Ma tutto fa brodo e tutto fa business, picchì mancu li cani lassamu ‘nda paci.

Però, se vi capita di vedere in giro una di queste povere anime e non potete proprio accoglierla con voi, ascutati a mia, fategli una carezza e lasciatela libera, è molto meglio che finire in un canile dove piuttosto che un ospite diventerà un ostaggio senza riscatto…

LEGGI ANCHE Prediciottesimo #accatania

E ANCORA #Accatania – Ci vulissi na pillola antivomito

Fabrizio Ventura

Si laurea in Economia all'Università di Catania grazie a diverse raccomandazioni e al ricorso sistematico al Cepu. Riesce ad entrare in banca copiando spudoratamente ai test di assunzione, ma si accorge presto che quella non può essere la sua strada. Si butta allora a capofitto nello studio, riuscendo a conseguire diverse lauree presso l'Università della Vita: scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria civile, lettere e recentemente medicina con specializzazione in virologia. Consapevole che il suo futuro è nel reddito di cittadinanza, decide di togliere tempo al lavoro da bancario per dedicarlo alla scrittura: al suo attivo centinaia di post su Feisbùkk, la rubrica #accatania su Catania Live 24 e un romanzo che prima o poi qualcuno mosso a compassione deciderà di pubblicare.

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