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Ci volunu i bummi…#accatania

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Fabrizio Ventura

Sebbene la sua datazione esatta non sia certa, pare tuttavia che l’invenzione della polvere da sparo si possa far risalire in Cina a circa un migliaio di anni fa. In principio essa venne utilizzata dagli esponenti religiosi con l’esclusivo scopo allegorico-simbolico di allontanare gli spiriti maligni e si dovette aspettare almeno un paio di secoli prima che la dinastia Song cominciasse ad utilizzarla anche per scopi bellici. I bummi (botti) di Capodanno hanno esattamente lo stesso significato primordiale e tradizionale: quello di scacciare le negatività dell’anno che sta per morire e contemporaneamente accogliere quello nuovo nella luce. Ok, va bene, sugnu d’accoddo… ma, in primis, mi pare che negli ultimi due anni essi non abbiano scacciato una beneamata mazza e, in secundis, tra il festeggiare simbolicamente , magari con delle fiaccole, e trasformare Catania nella Bagdad descritta dal buon Emilio Fede nel 1991, mi pare ci sia una certa differenza…

Accatania, dove i fuochi d’artificio si sparano tutto l’anno e per qualsiasi motivo, il fermento da botti diventa tumultuoso già dai primi giorni di dicembre, quando ci si inizia a preparare alla battaglia accatastando in casa ordigni di ogni genere: petardi, raudi, miccette, assicuta fimmini, trikki trakki, bummi a manu, dinamite, bombe atomiche.

I carusiddi cominciano ad allenarsi alla guerra già a metà dicembre, ittannu ad minchiam bummitti per strada, magari in branco, ca accussi si ponu pigghiari megghiu a questione «Mbare, ma picchì ti sta pattennu accussì, ittammu na cusuzza. Ci su pobblemi? Mammoriri meomà!». Ché, povere creature, se non dimostrano di essere idioti sin dalla tenera età non possono proprio sopravvivere.  I grandi invece si muovono nell’ombra, andando a rastrellare sul mercato nero uranio impoverito, bombardieri B52 e residuati bellici della seconda guerra del Golfo.

Ovviamente ogni anno non mancano le ordinanze che vietano la vendita abusiva di botti illegali e il loro utilizzo, ma, come sempre, #accatania coi divieti ci puliamo le terga e così ad ogni angolo di strada si vedono trafficanti improvvisati che solo i vigili non notano, impegnati come sono in cose ben più importanti, che se ce ne dicessero almeno un paio saremmo un po’ più soddisfatti anche noi.

Il cenone di San Silvestro diventa così solo un modo di far trascorrere più velocemente le ultime decisive ore, mentre l’adrenalina sale e la battaglia si avvicina inesorabilmente. Già nella mezz’ora che precede la mezzanotte i più deboli non resistono e iniziano a far brillare i primi ordigni, suscitando nella popolazione civile una reazione che sale dritta dritta dal cuore «Cunnuti, ni facistuvu satari ‘nda l’aria! Picchì non vi sparati ‘ndo culu!?».

Ma i veri Rambo sanno aspettare. Un rivolo di sudore inizia però a scendere lungo il loro viso quando Albano su Rai1 canta “Felicità” ¬– perché in televisione a Capodanno c’è lui, non si scappa – , poi alle 23:57 si alzano in silenzio, vanno nell’altra stanza a prendere un borsone e, al via di Amadeus, scatenano l’inferno! Accumincianu a nesciri candelotti di dinamite pi ghittalli a raffica do baccuni, poi trasunu e si ni vanu in camera da letto pi fari pàttiri missili terra/aria dalla finestra, infine, non contenti, acchianunu col passo del giaguaro in terrazza e accumincianu a sganciare granate a frammentazione nel parcheggio sotto casa, che se scoppia na machina è macari megghiu perché fa più atmosfera. Si va avanti almeno per mezz’ora, illuminando a giorno la città che neanche pa sira ‘o tri…

Il mattino dopo si assiste alle solita, stucchevole, conta dei danni: Kevinni pessi na manu, Maicoll addivintau fimmina, Jonata non ci viri chiù, che molto cinicamente direi essere abbondantemente cabbasisi loro. Ma quello che mi fa incazzare come un tyrannosaurus rex con le emorridi dopo che ha mangiato dieci chili di ‘nduia  è che, nel frattempo, muoiono di crepacuore decine e decine di animali: cani, gatti e un’infinità di uccelli oltre a quello inutile di Maicoll. Quindi, emerite teste di mulinciana ca v’addivittiti a fare a guerra, se volete ammazzarvi e mutilarvi fatelo pure, ma in silenzio per favore. I bummi facitivilli scuppiari di intra – vedete voi da dove farle entrare – e lasciate vivere in pace chi non ha colpe per la vostra idiozia!

Sentitamente ringrazio e porgo i miei migliori e scoppiettanti auguri…

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Fabrizio Ventura

Si laurea in Economia all'Università di Catania grazie a diverse raccomandazioni e al ricorso sistematico al Cepu. Riesce ad entrare in banca copiando spudoratamente ai test di assunzione, ma si accorge presto che quella non può essere la sua strada. Si butta allora a capofitto nello studio, riuscendo a conseguire diverse lauree presso l'Università della Vita: scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria civile, lettere e recentemente medicina con specializzazione in virologia. Consapevole che il suo futuro è nel reddito di cittadinanza, decide di togliere tempo al lavoro da bancario per dedicarlo alla scrittura: al suo attivo centinaia di post su Feisbùkk, la rubrica #accatania su Catania Live 24 e un romanzo che prima o poi qualcuno mosso a compassione deciderà di pubblicare.

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