Catania ha tanti simboli, uno di questi è certamente “l’acqua a linzòlu”, ma cos’ha di speciale e perché ancora oggi i catanesi ne rimangono colpiti.
Catania ogni anno è presa di assalto dai turisti, una città che offre molto per quanto concerne bellezze di vario genere. Importante chiaramente anche il suo rapporto col cibo; la città sul punto è davvero preziosa e molto versatile, perfetta per chi detiene un palato raffinato o semplicemente è pronto ad esplorare sapori nuovi.
Ecco perché tutti i punti ristoro – perfetti per qualsiasi tasca – sono ogni giorno piacevolmente invasi dagli avventori. Molti localini si trovano nel centro storico, collocazione strategica per soddisfare le richieste di chi visita la città e vuole concedersi un ottimo e genuino rinfresco.
Per dei momenti di pausa dopo ore ed ore di camminate, è possibile andare in uno dei tanti locali che si trovano a ridosso della Pescheria di Catania, lo storico mercato del pesce che ogni giorno attira numerose persone, locali e non. La Pescheria è molto apprezzata e diventa anch’essa uno dei luoghi da visitare della città. Trattorie, ristorante, street food, tutto quello che serve è a portata di mano.
Chi si reca in questi posti potrà gustare dei coni di carta con all’interno la fritturina di pesce, tutto fresco e che fino a qualche ora prima era ancora in mare. I turisti vanno veramente matti per questi sapori semplici ed autentici. Dopo aver finito di consumare il pranzo o la cena, spesso si torna verso il centro storico ed è lì che ci si imbatte, qualora non fosse successo prima, in un altro dei simboli di Catania: acqua a linzòlu. Perché i turisti ne rimangono estasiati alla visione? E soprattutto, di cosa si tratta? Non resta che sciogliere ogni dubbio.
Acqua a linzòlu è il termine usato dai catanesi per indicare la Fontana dell’Amenano, chiamata così per il nome del fiume che vi scorre. La fontana risale al 1867 costruita da Tito Angelini in marmo di Carrara; il fiume Amenano viene appunto rappresentato come un giovane che tiene una cornucopia da cui fuoriesce dell’acqua che si versa in una vasca. Ed è qui che si produce un effetto cascata, talmente leggiadro e limpido che pare essere quasi un lenzuolo, ecco perché in dialetto viene viene chiamato “acqua a linzòlu”.
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