Le Giornate FAI di Primavera a Catania hanno fatto centro.
Migliaia di visitatori si sono riversati in alcuni tra i luoghi più significativi legati a Giovanni Verga: una preziosa occasione per ricordare il massimo esponente del Verismo, del quale ricorre il centenario della morte.
Un successo in termini di partecipazione reso possibile anche grazie alla collaborazione con l‘Università di Catania e l’associazione “Officine Culturali“.
Due giornate, sabato e domenica 26 e 27 marzo, che hanno regalato ai catanesi e -non solo – intense emozioni letterarie.
Un viaggio nella memoria storica tra il “Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane”, la Biblioteca Regionale Universitaria al Palazzo centrale dell’Ateneo e il Monastero dei Benedettini.
Una curiosità: tra i visitatori anche una erede dello scrittore siciliano, Carla Verga.
In un messaggio, la scrittrice ha invitato tutti “ad apprezzare i luoghi pieni di storia e cultura in compagnia di giovani studenti bravissimi e di studiosi e amatori della città”.
Grazie alle Giornate FAI di Primavera, i visitatori hanno riscoperto numerosi testi dedicati allo scrittore siciliano originario di Vizzini.
Ma anche alcuni tra i luoghi nei quali trovò ispirazione per i suoi capolavori.
L’ Ateneo catanese, infatti, ha aperto il Palazzo centrale e il Monastero dei Benedettini.
Un percorso tra storia e produzione letteraria, che ha consentito di ammirare – nella splendida Biblioteca Regionale inserita all’interno del percorso cinematografico dedicato al film “Storia di una Capinera” – una parte del patrimonio documentario di Giovanni Verga.
Un tesoro del quale fanno parte alcuni testi tratti da “I Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo” e “Rosso Malpelo”.
Tutti disponibili in versione digitalizzata visibile sui totem allestiti nella struttura museale al piano terra del Palazzo centrale di piazza Università.
Oltre ai testi di “Rosso Malpelo”, la novella di Giovanni Verga incentrata sul giovane ragazzo che lavorava in una cava di rena rossa, è stata esposta la “ghiara“.
Il termine siciliano indica il materiale sabbioso estratto nei secoli passati e fino a circa la prima metà del 1900, a ridosso degli abitati etnei e di Catania.
Sì, proprio gli studenti.
Sono stati loro a guidare i visitatori al Monastero dei Benedettini.
Precisamente, gli allievi degli Istituti Comprensivi Statali “Camillo Benso di Cavour”, “Don Giovanni Bosco” e “Giuseppe Parini” e “Padre Pio da Pietralcina” di Misterbianco.
Coinvolti anche la Scuola Media Statale “Quirino Maiorana”, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Enogastronomici e dell’Ospitalità Alberghiera “Karol Wojtyla” e il Liceo Artistico Statale “Emilio Greco”di Catania.
Ai giovani studenti del Convitto nazionale “Mario Cutelli” , inoltre, il compito di condurre i visitatori nelle diverse sale del “Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane”.
Un sito che vanta, in abbondanza, un patrimonio di beni che rappresentano il frutto della secolare attività di ricerca, di didattica e di divulgazione dell’Ateneo.
Sempre al Museo, è stato possibile visitare il plastico dell’Etna, “a muntagna” che spesso ha rappresentato un elemento ispiratore per lo scrittore come il monte Ilice in “Storia di una Capinera”.
Il tutto, nell’ottica di rafforzare il legame con Giovanni Verga.
A beneficio dei visitatori, un autentico “assaggio” di tutto ciò che è in mostra nelle varie strutture museali universitarie già esistenti.
Ovvero, il Monastero dei Benedettini, l’ Orto Botanico, il Museo di Zoologia e la Casa delle farfalle.
Senza dimenticare Villa Zingali Tetto, la Torre Biologica e la Città della Scienza.
Tante le testimonianze da ammirare : collezioni, raccolte ed elementi del patrimonio storico-artistico, ritratti di grandi personalità dell’Ateneo.
E ancora, ceramiche, scheletri, reperti anatomici e archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, antichi microscopi e strumenti di misurazione.
In esposizione, anche tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane e animali impagliati.
Germana Barone, ordinario di Georisorse minerarie e delegata al Sistema Museale d’Ateneo, non nasconde la soddisfazione per l’esito delle Giornate FAI di Primavera.
“Ancora una volta – spiega la docente – occasioni come queste confermano che le collaborazioni instaurate tra i vari enti e le associazioni producono risultati importanti”.
” Soprattutto – osserva – in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla valorizzazione e sul rilancio del patrimonio culturale di Catania“.
” Ma anche – precisa – sui temi della tutela del patrimonio storico e ambientale del territorio etneo”.
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