Giornate FAI di Primavera, alla riscoperta della storia di Bronte

Le Giornate FAI di Primavera rappresentano uno degli eventi di punta, in Italia, dedicati al patrimonio culturale nazionale.
Un’iniziativa che celebra arte, storia e natura, proponendo la visita di luoghi che, un virtù delle loro risorse, sprigionano bellezza suscitando forti emozioni.
Un’opportunità per riscoprire, sabato 26 e domenica 27, la storia di Bronte, effettuando il percorso “Viva la Libertà”.
Per farlo, occorre semplicemente prenotarsi sul sito https://fondoambiente.it/luoghi/itinerario-viva-la-liberta-i-fatti-di-bronte-1860?gfp.

UN PERCORSO CHE UNISCE STORIA E LETTERATURA

Il raduno dei visitatori si terrà dinanzi la Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” , in via Cardinale De Luca.
Dopo un approfondimento sulla storia dei “Fatti di Bronte” avvenuti nell’agosto del 1860, si proseguirà alla scoperta della Biblioteca del Real Collegio “Ignazio Capizzi” e dei suoi innumerevoli testi storici.
In programma anche una passeggiata di circa cinquecento metri lungo via Santi per arrivare in piazza San Vito, teatro della fucilazione di alcuni insorti.
Come viene sottolineato sul sito “Fondoambiente.it”, si tratta di un percorso storico letterario che mette al centro la vicenda umana del popolo di Bronte.
Una vicenda che sfociò in un orrendo massacro e in un altrettanto sommario processo: Giovanni Verga vi dedicò la novella “Libertà”.
Nell’opera letteraria si racconta un episodio reale, avvenuto nel 1860 a Bronte.
I contadini affamati, raccogliendo un proclama di Giuseppe Garibaldi e interpretandolo alla luce dei loro interessi materiali, si ribellarono ai ricchi proprietari terrieri, facendone una strage.

LA RIFLESSIONI DEL SINDACO

“I ringraziamenti -afferma il primo cittadino di Bronte Pino Firrarello – sono doverosi”.
“Le Giornate FAI – spiega – offrono la possibilità di ripassare un capitolo del Risorgimento, al di là di ciò che è scritto nei libri di storia”.
Un’occasione per fare luce, secondo il sindaco, sui “Fatti di Bronte” del 1860.
“Fatti che – osserva – se da  una parte ci raccontano come i contadini si rivoltarono contro i borghesi, considerati usurpatori delle terre, ricordano anche come Nino Bixio soffocò nel sangue la rivolta”.
“Agitatori presi frettolosamente a caso furono uccisi simbolicamente – prosegue – dando orecchio agli odi e alle calunnie che in quei giorni ribollivano”.
“Nino Bixio, infatti – conclude Pino Firrarello – doveva evitare di compromettere i rapporti con il governo inglese rappresentato a Bronte dagli eredi di Lord Horatio Nelson”.

Impostazioni privacy