Macellazione e pellame, confiscati 7 milioni a un imprenditore

Nel Messinese confiscati beni pari a circa 7 milioni di euro.

La Dia di Messina, in provincia, ha infatti eseguito un decreto di confisca beni emesso dalla Corte di Appello Peloritana.

Provvedimento ai danni di un imprenditore dell’area nebroidea. Opera nel settore della macellazione e commercializzazione di pellame. Inoltre, ritenuto socialmente pericoloso. E’, infatti, responsabile di reati riconducibili a truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abusivismo finanziario e usura. Per quest’ultimo, è stato condannato con una sentenza divenuta irrevocabile nel 2009.

Ma c’è di più: l’imprenditore è considerato vicino ad ambienti mafiosi dei clan neboridei e tortoriciani.

La misura eseguita oggi si colloca all’interno di un provvedimento di secondo grado. Segue quelli di sequestro e di confisca emessi dal Tribunale di Messina nel 2020.

Confiscati nel complesso, la quota di società pari al 50%, la quota pari al 20% del fondo consortile di un consorzio. Ma anche 17 unità immobiliari: fabbricanti e terreni, 20 mezzi personali e aziendali e vari rapporti finanziari.

Altra operazione a Messina

Messina, 31 dicembre scorso. Arrestato dalla Polizia Ferroviaria messinese un cittadino moldavo di 51 anni.

L’uomo è responsabile di una tentata aggressione ai danni del capotreno, a bordo di un treno regionale proveniente da Catania. La vittima stava svolgendo l’usuale servizio di controllo, al momento dell’accaduto.

Il moldavo condotto in arresto è stato accusato anche di resistenza e lesioni ai danni degli operatori di polizia intervenuti.

Ma non finisce qui: stando a quanto rilevato dagli investigatori, vi sono altri reati a suo carico, commessi nella Provincia di Catania. Si tratta di di furto aggravato e di lesioni personali ai danni dei residenti. L’uomo ha tentato di utilizzare indebitamente le carte di credito e di pagamento asportate ai malcapitati.

Attualmente si trova detenuto in carcere.

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