È trascorso un mese dal 28 novembre, la maledetta domenica che ha strappato alla vita Salvatore Laudani.
Il tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano è morto a soli quarantasette anni mentre era impegnato in una complessa attività di soccorso a 2.300 metri di altezza, sul versante sud- est dell’Etna.
Precisamente, nella zona della Valle del Bove.
La violenta tormenta scatenatasi ha reso difficilissime le operazioni.
Un malore fatale ha colto Salvatore Laudani durante il rientro assieme ai colleghi.
La Regione Siciliana ha conferito al soccorritore la medaglia al valore civile.
Un riconoscimento che, nell’isola, non veniva concesso da oltre settant’anni.
Erano da poco trascorse le 11:00 di una domenica autunnale.
Contattato telefonicamente, Salvatore Laudani aveva risposto con la consueta disponibilità a una richiesta di soccorso.
Occorreva intervenire per recuperare un escursionista, in giro con alcuni compagni.
Cadendo all’interno di un canalone, l’uomo aveva riportato la frattura di una gamba .
L’incidente si era verificato lungo il sentiero “Schiena dell’Asino”, una zona dal terreno sabbioso.
Subito dopo essere stati avvisati, il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza sono intervenuti risalendo il vulcano.
Operazioni estremamente difficili, in considerazione della pioggia e del vento incessanti.
A complicare il tutto, anche la nebbia e la bufera e, successivamente, la neve mista a grandine e pioggia.
Secondo la ricostruzione dei soccorritori, le condizioni meteo sarebbero peggiorate progressivamente, mentre procedevano nella tormenta, con un incremento della velocità del vento e una diminuzione della visibilità.
Recuperato il ferito trasportato sulla barella, il gruppo era molto provato dagli sforzi e dalla tensione.
Salvatore Laudani, stremato, ha accusato un malore che gli ha impedito di proseguire.
I compagni lo hanno messo su una delle barelle dopo aver raggiunto l’ambulanza sulla Strada provinciale Sp 92, intorno alle 00:45, nell’area dove erano in sosta anche i mezzi medicalizzati.
L’uomo è morto all’una di notte.
La cerimonia si è tenuta a Catania, nel palazzo della Regione Siciliana.
Il presidente Nello Musumeci ha consegnato la medaglia alla vedova Maria Nicoloso.
C’è stata anche una conversazione con i familiari e con le figlie dell’eroico soccorritore, Livia e Giuditta.
All’iniziativa, sobria e commovente, era presente Angelo Pulvirenti, il sindaco di Nicolosi, dove Salvatore Laudani risiedeva con la sua famiglia.
“La medaglia al valor civile non si consegnava in Sicilia da oltre settanta anni”, ha sottolineato nel suo intervento il presidente.
Un applauso ha accompagnato la lettura della motivazione.
“Uomo di consolidata tradizione familiare e personale – si legge – quale operatore volontario del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del CAI, si impegnava nelle difficilissime operazioni di soccorso e recupero di un escursionista infortunatosi nella Valle del Bove”.
“Donando tutto se stesso, sino allo stremo delle proprie forze – recita la motivazione a conclusione – luminoso, imperituro esempio di solidarietà umana e di altruismo”.
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