Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del commissario straordinario dell’Oda Catania Adolfo Landi che risponde alle accuse lanciata dall’Ugl di Catania in merito agli stipendi non pagati.
«Oggettivamente non comprendiamo il reale motivo per il quale il sig. Urzi, segretario provinciale della federazione Ugl Salute, continua a dare della Fondazione ODA un’immagine ben differente dalla realtà, salvo che non ci siano motivi non dichiarati, che a noi al momento sfuggono.
A differenza di qualche anno fa, l’ODA presenta risultati di gestione positivi – ben conosciuti dal sig. Urzì, posto che io stesso l’ho reso edotto della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’ODA, in numerose riunioni alla presenza di tutte le altre organizzazioni sindacali –, malgrado debba ancora fare i conti con la gestione passata, della quale peraltro non ci sembra che l’Ugl Salute si interessasse con lo stesso accanimento di oggi.
Rispetto al comunicato odierno, infatti, egli non può non sapere che i mandati di pagamento degli stipendi sono stati inviati dall’Asp in data odierna, non per sua colpa, ma per sue oggettive difficoltà, anche queste comunicate al sig. Urzì, e che il ritardo nella loro erogazione, quindi, non è stato certo imputabile all’ODA. Il sig. Urzì potrà, pertanto, rassicurare i suoi 21 iscritti sui 480 dipendenti dell’ODA».
Secondo l’Ugl persisterebbe lo stato di agitazione dei 480 dipendenti dell’Opera diocesana di assistenza di Catania. Gli stipendi di settembre e ottobre tardano ancora ad arrivare, mentre novembre è praticamente maturato rischiando di portare a tre le mensilità non corrisposte Lo scorso 18 novembre il commissario straordinario della Fondazione Adolfo Landi assicurava che entro la settimana passata avrebbero saldato le spettanze Un ritardo da addebitare all’Azienda sanitaria provinciale di Catania.
Ciò a causa del passaggio di consegne tra il nuovo ed il vecchio responsabile del procedimento andato in pensione. Ancora oggi però non si è visto nulla all’orizzonte ed i dipendenti sono sempre più preoccupati, oltre che in netta difficoltà. Anche se, per senso di responsabilità nei confronti degli utenti, non intendono attivare alcuno sciopero.
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