“Passo carrabile”, cartello fondamentale all’esterno di un’abitazione e non solo. Ecco cosa serve per avere tale concessione e cosa rischia chi ne mette una falsa
E’ abitudine comune avere un cartello di passo carrabile all’esterno della propria abitazione, ma talvolta, doveroso ammetterlo, questo non è ufficialmente riconosciuto. E’ messo su azione individuale, senza un permesso regolare, e si rischia a norma di legge una multa che oscilla dai 164 euro e ai quasi 700 in base alla zona ove è stato affisso e altre situazioni di contorno che determinano per dove deve propendere la bilancia della sanzione. Ritrovarsi un’auto parcheggiata davanti al palazzo e chiamare le forze dell’ordine, paradossalmente, può mettere nei guai chi ha inizialmente subito il torto poiché emergerebbe una segnaletica non autorizzata.
Ma cosa serve per avere invece un permesso regolare? Come in ogni cosa della burocrazia italiana, sono necessari vari step per ottenere l’ok. La buona notizia, però, è che i costi non sono alti, anzi minimi, e che – una volta ottenuta – l’autorizzazione durerebbe per un bel po’ regolarizzando così la vostre posizione tutelandovi del tutto e non avendo problemi nei pressi della vostra abitazione o attività lavorativa.
Passo carrabile, cosa serve per averlo
Innanzitutto, solo i proprietari dell’immobile o gli amministratori di condominio possono farne richiesta. Inquilini o affittuari non hanno il diritto di avanzare tale richiesta, il che diventa spesso un primo e insormontabile ostacolo per chi si era prefissato questo obiettivo senza essere però nessuna delle due figure citate. La larghezza del passo carrabile, passando poi al lato tecnico, deve essere compresa tra i 2,5 e i 4 metri, anche se ci sono eccezioni per strade particolarmente strette.
L’area del varco deve avere una pavimentazione adeguata e deve distanziarsi di almeno 12 metri sia da un incrocio che da una curva, in conformità con il Codice della Strada. Tre metri in piano prima di una discesa è un requisito altrettanto essenziale, così come il varco deve essere ben visibile in base allo spazio di frenata determinato dalla velocità massima consentita sulla strada.
Appurato tutto questo, la richiesta deve essere presentata all’Ufficio Accettazione del Servizio Edilizia presso il comune di residenza per le strade comunali. Per le strade non comunali, la richiesta è inoltrata all’Ufficio competente dell’ANAS o della Provincia, a seconda della giurisdizione. La domanda deve contenere i dati anagrafici del richiedente, l’indirizzo del varco e i dati catastali. Tra gli allegati richiesti vi sono tre copie della planimetria catastale, documentazione fotografica, la copia del nulla osta del proprietario (per strade provinciali o statali in centro abitato) e una marca da bollo da 16 euro.
Costi e durata autorizzazione
Se la richiesta proviene dall’amministratore di condominio, è necessario allegare il consenso firmato da tutti i condomini interessati. La domanda, protocollata e datata con gli allegati, deve essere conservata per eventuali controversie o chiarimenti futuri, garantendo che l’intera procedura sia conforme alle normative locali e al codice della strada. Una volta ottenuta l’autorizzazione è richiesto il pagamento della TOSAP, la Tassa di occupazione di suolo pubblico. Le tariffe variano in base al territorio ma in genere si parte da un minimo 30€ fino a un massimo di 50€, comportando una spesa assolutamente contenuta in relazione all’utilità. La concessione, a quel punto, ha una durata complessiva di 29 anni.