“Le mascherine rosa non le indossiamo. Non fanno onore alla divisa”.
Scoppia la polemica, in Italia, tra alcuni poliziotti delle questure di Pavia, Varese, Ferrara, Siracusa, Bologna e Venezia.
Il motivo? A fronte dell’ultima ondata di Covid 19, in polizia sono arrivate le nuove mascherine ffp2 di servizio. Fin qui tutto nella norma. Se non fosse per il colore definito, da qualcuno, “insolito” dei nuovi dispositivi: Rosa.
Grande lo stupore all’apertura dei pacchi con le forniture. Seguito dal rifiuto categorico di indossarle. “Non fanno onore alla divisa”.
In merito interviene il sindacato di Polizia Sap che ha deciso di palesare il disagio a Giannini, Capo della Polizia. La richiesta a lui indirizzata è quella di ritirarle.
“Sulla base del giuramento fatto, è necessario che l’uniforme venga portata con decoro rispetto per l’Istituzione a cui si appartiene.Riteniamo che gli indumenti e gli accessori utilizzati debbano essere consoni e coerenti con la divisa, così come è sconsigliato utilizzare mascherine vistose o con ornamenti eccessivi e che non portino simboli di richiamo all’Istituzione“. Scrive il Segretario Generale del Sap nella lettera inviata al Capo della Polizia.
Il rosa non si addice alla polizia: “Dà una parvenza di minore autorevolezza“.
Per le ragioni esposte, il sindacato di polizia chiede a Giannini: “Un immediato intervento volto ad assicurare che i colleghi prestino servizio con mascherine di un colore diverso (bianche, azzurre, blu o nere) e comunque coerenti con l’uniforme della Polizia di Stato. Evitando dispositivi di altri colori o con eventuali decorazioni da ritenere assolutamente inopportuni soprattutto se acquistati e forniti dall’Amministrazione”.
Sulla pagina del Sap, non pochi sono i commenti a riguardo. Così come le posizioni contrastanti. C’è chi non si crea problemi e dice: “Basta averle, indipendentemente dal colore”. Chi invece polemizza: Perché abbiamo le mascherine Ffp2 per ogni turno di servizio? Al massimo quelle imbustate da aprire solo in caso di contatto con un positivo, ovviamente previa relazione se si intendono usare».
Proprio pochi giorni fa, la UILPA Polizia Penitenziaria ha segnalato il mancato rispetto dei protocolli sanitari e ha richiesto l’introduzione di maggiore controllo all’interno delle strutture carcerarie (green pass per i visitatori, tamponi e dotazione di mascherine Ffp2r
La UILPA Polizia Penitenziaria interviene in merito alla crescita dei contagi nelle strutture carcerarie italiane e stigmatizza “la contraddittorietà delle scelte compiute ad oggi dal governo”.
A lanciare l’allarme, nello specifico, è il catanese Armando Algozzino, che commenta i dati degli ultimi giorni relativi alla progressiva diffusione del virus.
“Malgrado la diffusione massiccia del Covid 19 in tutta Italia – afferma il segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria – l’esecutivo in carica appare disinteressato alla preoccupante situazione in atto presso le strutture carcerarie”.
” Negli Istituti penitenziari, sia in Sicilia che nel resto d’Italia – spiega l’esponente sindacale – la variante Omicron fa registrare casi sempre più frequenti di positività“.
“Ai poliziotti penitenziari è stata imposta la vaccinazione – osserva – ma al tempo stesso, il governo non ha ritenuto opportuno rendere obbligatorio il green pass per coloro che , a vario titolo, entrano nelle carceri”.
Oltre ai familiari dei ristretti, anche gli avvocati per esempio.
“La situazione rischia di finire fuori controllo e di degenerare in una vera e propria ecatombe – spiega il segretario nazionale -come già opportunamente sottolineato da Gennarino De Fazio, il segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria”.
“Esprimo anche io forte preoccupazione – aggiunge – rivolgendo particolare attenzione alla Sicilia dove molti Istituti sono paragonabili a vere e proprie bombe ad orologeria pronte ad esplodere”.
Come spiega Armando Algozzino, infatti, nell’isola “alle criticità sanitarie si aggiungono disagi ormai annosi, quali la carenza di personale, i carichi eccessivi di lavoro e , in taluni casi, anche le condizioni strutturali e igieniche degli spazi detentivi, privi di sicurezza sia per il personale che per la popolazione detenuta”.
Nei giorni scorsi, anche la segreteria generale della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia aveva lanciato l’allarme, esprimendo rabbia per il trattamento riservato al personale.
“Chiedo alle istituzioni preposte – conclude Armando Algozzino – di attivarsi con somma urgenza per applicare con il massimo rigore i protocolli sanitari previsti per contrastare il Covid 19 anche in ambito carcerario: ovvero, in sintesi, obbligo del green pass per i visitatori, tamponi rapidi giornalieri per i lavoratori e dotazione di mascherine FFP2″.
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