Certamente qualcuno avrà da disquisire sul concetto di inferno. E’ vero, scientificamente non ne abbiamo mai accertato l’esistenza. E’ un concetto astratto utilizzato nella tradizione Cristiana per definire il luogo dell’oltretomba dove finiscono tutti i peccatori. Un luogo di sofferenza e di privazione. Come detto non esiste una connotazione scientifica, quindi ci limiteremo a prendere come esempio la raffigurazione che al mondo ha donato il sommo Dante Alighieri.
Preambolo letterario fondamentale per motivare la scelta di definire l’autostrada A19 Catania-Palermo, un inferno. Stiamo parlando della principale via di collegamento tra le due città più importanti della Sicilia, il capoluogo Palermo e Catania, la seconda metropoli, separate da appena 200 km.
Duecento km nel 2022 non possono essere un problema. Rispettando i limiti di velocità si potrebbero percorrere serenamente in un’ora e mezza. La Catania-Palermo, invece, è un inferno che nemmeno i dannati del girone dei lussuriosi potrebbero immaginare. Un percorso a ostacoli: lungo, tortuoso e, soprattutto la sera, assolutamente pericoloso. Chi arriva sano a destinazione può considerarsi un miracolato e può certamente ambire alla promozione in purgatorio.
Il video che vi mostriamo racconta solo di una minima parte dei disagi, perchè i cantieri che si contano percorrendo l’autostrada sono almeno 20 se non qualcuno in più.
Partendo da Catania una delle prime interruzione è sul ponte Simeto. Chiuso per verifiche pochi giorni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, quindi nell’agosto del 2018. Arrivati a gennaio del 2022, mentre a Genova hanno costruito e inaugurato un altro ponte, il ponte Simeto è ancora chiuso a metà. Assurdo.
Continuando il percorso, se fino ad Enna è quantomeno praticabile, da Enna in poi comincia il disastro. Un cantiere dietro l’altro, uno slalom continuo tra la corsia di destra e la corsia di sinistra. Più di una volta, peraltro, si è costretti ad uscire dall’autostrada: succede a Caltanissetta e a Resuttano. E poi cantieri, cantieri e ancora cantieri fino a Palermo. Li, poi, si passa dall’inferno dell’A19 a quello del Viale della Regione. Argomento che meriterebbe un capitolo a parte, ci limitiamo a sottolineare che, nelle ora di punta, per entrare e uscire dalla città di Palermo, serve almeno un’ora e mezzo.
Tornando all’autostrada, tutto quello che vi abbiamo fin ora raccontato, ci porta ad un livello di difficoltà superiore nelle ore notturne. Se di giorno, infatti, i continui cambi di carreggiate sono visibili, di sera è tutto molto pericoloso. Le indicazioni si vedono a stento e sono poco chiare. In alcuni tratti non si comprende, fino all’ultimo, se bisogna proseguire dritto o girare verso l’altra carreggiata. All’improvviso, poi, senza alcuna segnalazione, spuntano all’orizzonte i fari delle auto che provengono in direzione opposta. Un caos assoluto che si snoda sui 200 km di disastrata autostrada.
Il risultato? Per andare da Catania a Palermo, e viceversa, ci vogliono almeno 3 ore. Sembra assurdo ma davanti a questo si può anche cadere nell’errore di rivalutare il treno Freccia Bianca con le sue 3 ore e 15 minuti di percorrenza. Un miracolo tutto siciliano…
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