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Addio Calcio Catania, grazie di averci fatto sognare

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Daniele D'Alessandro

E’ impresa ardua provare a raccontare con delle semplici parole cosa sia stato il Calcio Catania 1946, matricola 11700.

Il Catania è stato letteralmente….Catania.

Testa, cuore, anima di un’intera città.

Perchè, a differenza di quanto possano credere o abbiano pensato scettici e diffidenti, i catanesi hanno sempre e solo vissuto in funzione di due cose: Sant’Agata e, appunto, u’Catania.

Sì, il Catania è stato molto di più di una semplice squadra di pallone.

Una storia fantastica che, snodandosi in 75 lunghissimi anni, ha saputo mescolare pagine meravigliose colorate di trionfi, a capitoli drammatici di cadute roboanti.

Quelle maglie a righe rosse e azzurre hanno saputo mescolarsi all’epidermide degli appassionati, silenziosamente ma costantemente, divenendone profumata e delicata pelle.

Dai nonni, passando per i padri, fino ad arrivare ai figli: passione infinita, capace di replicarsi nel tempo come straordinario e irripetibile ciclo di vita.

Il 24 settembre 1946, in via Costarelli, si è dato inizio a una leggenda.

Tante, tantissime vittorie sul campo, in tutte le categorie.

Dai terreni polverosi e più insulsi, fino al Paradiso della Serie A.

Ma anche il dramma, il sangue versato da chi è morto per onorare la propria fede, per combattere a difesa del sacro ideale.

Il Catania è stato tutto e niente.

Il “Clamoroso al Cibali” contro l’Inter di Herrera, il presidentissimo Angelo Massimino e il suo essere personaggio da letteratura, i 40 mila dell’Olimpico nel 1983, la radiazione, la ripartenza, Gaucci e la B nel favoloso pomeriggio di Taranto.

Poi l’epoca d’oro Pulvirenti-Lo Monaco, gli 8 anni di fila dando schiaffi ai più grandi di tutti, fino all’inizio della fine con la partenza dei treni sbagliati.

Nel lungo respiro della sua esistenza, però, l’Elefante non ha mai issato bandiera bianca.

Sormontato dal suo esercito di fedeli, pronti a tutto nel loro sentimento d’amore incodizionato.

Perchè “Melior de cinere surgo”, perchè ci si è sempre saputi rialzare dalle proprie ceneri.

Oggi la luce si è spenta.

Ma il Catania saprà, per l’ennesima volta, ritrovare l’interruttore magico.

Buon viaggio, sacra creatura di rosso e d’azzurro vestita.

Che sia soltanto un arrivederci.

Daniele D'Alessandro

Classe 1994, studente di "Scienze della Comunicazione" all'Università degli Studi di Catania, sono appassionato di giornalismo sin dalla tenera età. Tra le mie esperienze più importanti, finora, annovero quelle presso la testata giornalistica nazionale "GianlucaDiMarzio.com", in cui ho svolto le mansioni di collaboratore da marzo 2015 ad agosto 2016, e "CataniaChannel.com", dove ho ricoperto il ruolo di Caporedattore dal 2015 al 2021. Oltre ad essermi occupato di motori sulla testata Masport.it da maggio 2017 a ottobre 2017, conto inoltre esperienza in ambito radiofonico dove ho fondato e co-condotto la trasmissione "Catania Channel" su Radio Zammù in onda da novembre 2019 a marzo 2020, mentre da inizio 2014 a fine 2015 ho svolto l'attività di speaker all'interno della WebTv "Istinto Rossazzurro". Ho conseguito l'iscrizione all'elenco Pubblicisti dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia nel gennaio 2019.

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