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L’ipertensione arteriosa: il killer silente da tenere sotto controllo

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Redazione

L’ipertensione arteriosa e tutte le sue numerose sfaccettature. Il killer silente, come è stato definito dagli addetti ai lavori, tecnicamente definito un fattore di rischio che, però, non di rado diventa patologia. E’ quello di cui si è discusso durante i lavori del corso di perfezionamento chiamato appunto “Dal fattore di rischio al paziente a rischio” che si è svolto venerdì 1 e sabato 2 aprile all’Hotel Four Points by Sheraton di Aci Castello con il coordinamento scientifico del dott. Antonino Di Guardo. La base di partenza è rappresentata da due dati: l’ipertensione arteriosa rappresenta il maggiore fattore di rischio cardiovascolare; nello stesso tempo, in Italia, solo il 40% dei pazienti presenta dei valori pressori adeguatamente controllati. Due dati, anzi due cause, che spiegano come ogni anno si presentano migliaia di eventi cardiovascolari che, potenzialmente, potevano essere evitati. Eventi che portano a decessi, disabilità e sofferenze, nonché ad un aumento dei costi diretti e indiretti.

Questi solo alcuni dei motivi che hanno portato all’organizzazione del corso, aperto dai saluti istituzionali di Giuseppe Arcidiacono, assessore al comune di Catania, e del sindaco di Mascalucia, Vincenzo Antonio Magra. Proprio a Mascalucia, infatti, nasce il “Centro per la prevenzione e la cura dell’ipertensione arteriosa Alessandro Filippi” diretto proprio dal dott. Antonino Di Guardo.

“C’è stato un ottimo gradimento e una buona partecipazione – ha detto il dott. Antonino Di Guardo – da parte dei medici che hanno apprezzato questo percorso diagnostico terapeutico che riguarda la gestione del paziente iperteso. Abbiamo discusso del modo in cui misurare in maniera adeguata la pressione arteriosa e di come questa sia la prima pietra, la più importante, nella costruzione del progetto. La gestione completa del paziente iperteso, – continua il dott. Antonino Di Guardo – va affrontata non solo in termini di valori di pressione arteriosa ma soprattutto in termini di danno d’organo di eventuali patologie. Queste spesso si associano al paziente iperteso” . .

Il corso, diviso in tre moduli, ha preso il via con un focus dedicato alla base di tutti gli studi, ovvero la diagnosi dell’ipertensione. Tutto parte dalla misurazione e anche in questo caso il dibattito è più che mai tortuoso. La misurazione in office e l’auto misurazione domiciliare, tra gli argomenti di maggiore interesse. Senza dimenticare, a proposito di killer silente, l’ipertensione da camice bianco e l’ipertensione mascherata, spesso ricondotte all’ansia e allo stress.

La misurazione domiciliare – spiega la dott.ssa Manuela Nicotra – è uno strumento molto importante per la diagnosi e l’inquadramento dell’ipertensione arteriosa, ma allo stesso tempo uno strumento pericoloso perché è una tecnica che deve essere accuratamente monitorata dal medico di riferimento. Altrimenti rischieremmo di effettuare la misurazione in maniera scorretta: questo perché rischiamo di farlo in momenti della giornata in cui non sarebbe previsto o potremmo anche essere portati a sottovalutare o a cambiare la terapia antipertensiva, in tutti quei pazienti che magari sono già sotto trattamento, con una sorta di automedicazione. Altra condizione molto importante da considerare è che molto spesso utilizziamo degli apparecchi che non sono del tutto idonei alla corretta misurazione della pressione arteriosa a domicilio. Il consiglio è quello di effettuare il monitoraggio domiciliare ma di farlo sempre sotto il controllo del proprio medico di riferimento”.

Il corso, dunque, ha avuto e raggiunto l’obiettivo di approfondire le diverse tematiche che riguardano la prevenzione e la cura dell’ipertensione arteriosa. Obiettivo da raggiungere attraverso una corretta misurazione della pressione arteriosa, ma anche la ricerca dei diversi fattori di rischio. Numerosi quelli che sono stati affrontati durante i lavori: il diabete, la pressione sul cuore, ma anche il sonno e i suoi disturbi che, molto spesso, rimangono celati.

“Sono state due giornate – racconta il dott. Massimo Catanuso – davvero costruttive, sia per la medicina del territorio, sia per quanto concerne la collaborazione con gli specialisti. Questo evento ha fatto emergere come sul percorso diagnostico e terapeutico dell’ipertensione arteriosa ci sia ancora tanto da fare. Si tratta di una patologia che va trattata nel migliore dei modi e chiaramente queste due giornate sono state molto costruttive, perché hanno permesso di mettere dei tasselli importanti per quanto riguarda la diagnosi, il trattamento e soprattutto la prevenzione cardiovascolare. Siamo molto soddisfatti perchè abbiamo avuto modo di ascoltare degli specialisti di primo piano nel campo dell’ ipertensione arteriosa che hanno parlato anche delle principali novità in termini di diagnosi e di trattamento di questa patologia”.

Redazione

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