Il Sole 24 ore, come da consuetudine avvicinandosi la fine dell’anno, ha pubblicato la classifica sulla qualità della vita nelle città italiane nel 2021. Non arrivano notizie positive per quanto riguarda Catania, che ha perso addirittura 12 posizioni rispetto al 2020, ritrovandosi invischiata nei bassifondi della graduatoria (precisamente al 102°posto) in compagnia di altre realtà siciliane.
Il podio, invece, è monopolizzato dal Nord: al primo posto c’è Trieste, miglior città d’Italia per qualità di vita, seguita da Milano e Trento.
Fanalini di coda sono Trapani, Foggia e Crotone, rispettivamente alla 105°, 106° e 107° posizione.
L’indagine del noto quotidiano si basa su 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero.
Tra di essi, sono presenti 8 parametri aggiornati al 2021 e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri).
L’inchiesta statistica consente di rilevare, quest’anno, l’andamento della ripresa del paese nel post pandemia, grazie ad un’analisi fatta su 20 dei 90 indicatori, per i quali è stata anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente .
Nonchè identificare quali siano i divari territoriali, di genere e generazionali ancora oggi presenti, analizzati attraverso gli indici della ‘Qualità della vità di bambini, giovani e anziani.
Indicatori che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età, e l’indice della ‘Qualità della vità delle donne, presentato oggi per la prima volta, che misura la geografia dei divari di genere.
Catania, risultata tra le più invivibili del 2021, svetta tuttavia a livello nazionale per quoziente di natalità (ossia i nati vivi ogni mille abitanti), issandosi addirittura in seconda posizione in questa particolare classifica.
Ad affossare la città etnea resta però l’ambito relativo a ricchezza e consumi, così come quel che concerne gli indicatori che misurano giustizia e sicurezza.
Va ancora peggio, infine, se si guarda al paramentro inerente all’ambiente e ai servizi per i cittadini.
Insomma, c’è da lavorare parecchio, sia nel breve che a lungo termine, per far risollevare la città dell’Elefante.
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