Sorrentino “para” il suo Catania: «Salviamolo e ripartiamo da zero»

163 presenze con la casacca rossazzurra. Due promozioni, di cui una in Serie A. Se ad un tifoso catanese parli di calciatori con i “baffi”, il primo pensiero va a lui, l’eterno “numero uno”: Roberto Sorrentino. L’ex estremo difensore del club etneo ha concesso alla redazione di Catania Live 24 una lunga intervista, tra inevitabili riferimenti al passato e tanti timori per un presente ed un futuro che restano legati all’asta del titolo sportivo del prossimo 4 marzo.

“Facciamo un po’ di amarcord: è l’estate del 1979. Dopo incredibili prestazioni con la Paganese, tanto da farla diventare la vera “bestia nera” dei rossazzurri, il Cavaliere Massimino la vuole a tutti i costi per difendere la porta del Catania. Ricordi?”.

«Direi ricordi indelebili, indimenticabili – rimarca l’ex portiere etneo – anche se Inizialmente fui sommerso da critiche ingiuste, poi fu un escalation di soddisfazioni e di gratificazioni».

“Il suo nome a Catania è sinonimo di successi e grande professionalità. Una promozione in B ed una in A. Quale aneddoto con la tifoseria ricorda con particolare nostalgia?”.

«Gli aneddoti sono tantissimi, mi piace ricordarne uno in particolare. Commisi un errore contro la Fiorentina e a fine partite, come al solito, chiamai mia moglie al telefono la quale subito mi disse: “Ma che cavolo combini! Che papera hai fatto?”. Questo colloquio fu ascoltato da un giornalista che era vicino a me ed il giorno dopo, nell’articolo della partita, fu menzionato questo colloquio e che mia moglie non doveva permettersi di criticarmi dato che non succedeva quasi mai. La cosa bella fu la sera in trasmissione con Pippo Baudo dove menzionavano il peggiore in campo, cosa che sarebbe dovuto toccare a me, ed invece, anche in quella occasione, fui nominato come migliore in campo perché anche io potevo sbagliare. Quindi grande considerazione nei miei confronti».

“Le sblocco un fotogramma della memoria: Roma, 25 giugno 1983. Il tentativo della Cremonese finisce sul fondo. Giovannelli fa finta di andare a recuperare il pallone. La sfera viene appoggiata in area di rigore, l’arbitro Menagali si china… e poi?”.

«Eh sì – ricorda Sorrentino – ormai avevo capito che mancavano pochi attimi al fischio finale e già non stavo nella pelle per la gioia. Secondo campionato vinto a Catania e questo tra l’altro da capitano. Impensabile all’inizio del torneo con squadre come Milan e Lazio. Un successo ottenuto con il nostro grande mister Gianni Di Marzio».

“Il ritorno in A è peggio di quanto si pensasse. Una sola vittoria ed un saluto alla massima serie con un pesante 6-0 a San Siro contro l’Inter. Cosa non girò?”.

«In quella stagione, purtroppo, ci furono tanti errori da parte di tutti. Credo che furono sbagliati alcuni acquisti, come ad esempio Pedrinho e Luvanor, ma anche altri. Non perché non fossero bravi, ma semplicemente inesperti per un campionato come quello italiano. Poi ci furono infortuni importanti come quello di Mastalli, di Ranieri, di Mosti. Quindi tutto divenne più difficile».

“La quaterna di Altobelli e la doppietta di Muller sancirono anche il suo addio da Catania. Cosa provò nel dover salutare la terra etnea?”.

«Ormai erano diventati cinque gli anni di permanenza al Catania. Forse, e dico forse, era giusto cambiare aria. Tra l’altro la società incassò una buonissima cifra. Restò comunque una promessa con il Presidente Massimino che sarei ritornato anche in altri ruoli».

“Torniamo un attimo indietro. Ho qui un ritaglio di giornale: Zoff sta per dire addio al calcio giocato e per il ruolo di nuovo portiere della Juve si fa quello di un certo Sorrentino…”.  

«Sì, hai ragione – conferma Sorrentino – c’era un accordo che a fine campionato sarei passato alla Juventus. Con un’opzione però: in caso di promozione del Catania in A, sarei rimasto in Sicilia. Così è stato e la Juve dirottò su Tacconi».

“Non arriva la Juve. Prima il passaggio a Cagliari tra Serie B e C1, poi la chiama il Bologna in A per fare il vice di Nello Cusin. Quali ultime esperienze ricorda particolarmente prima dell’addio al calcio giocato?”.

«Andai al Bologna dopo un anno di inattività. Avevo pensato di ritirarmi perché alcune situazioni non mi piacevano più . A Bologna andai perché mi vollero a tutti i costi Gigi Maifredi e Nello Governato, affinchè provvedessi alla crescita del giovane portiere Cusin. Fu una bellissima esperienza, le partite da me disputate in modo ottimali a Bologna sono poi state le ultime da calciatore. Potevo ancora continuare perché il fisico era ok. Ricevetti proposte dal Bari, dal Pescara e anche una riconferma al Bologna. Gigi Maifredi però mi volle con lui alla Juventus, molto probabilmente sapendo della mia professionalità e serietà, fungendo da preparatore dei portieri e da suo secondo».

“Sorrentino è sinonimo di portiere. Che sensazioni ha avuto quando suo figlio Stefano nel 2013 ha vestito la maglia del Palermo, acerrimo nemico della sua ex squadra? (anche se si vociferava di possibile arrivo al Catania, ndr)”.

«Forse era anche giusto non giocare nelle stesse squadre. I confronti poi sono sempre antipatici. Chiaramente mi avrebbe fatto piacere, ma vi posso giurare che non c’è mai stata nessuna trattativa per un eventuale acquisto da parte del Catania. E’ anche bello che i “Sorrentino” sono stati portieri e capitani delle due squadre più importanti della Sicilia».

“Catania non l’ha mai dimenticata e nel recente murales realizzato al Cibali c’è anche lei. Che sentimenti le provoca sapere di essere un pezzo di storia per questo club?”

«Rimanere nei cuori dei tifosi è una sensazione incredibilmente bella! Inoltre, essere insieme al “Mito” Vavassori credo sia il massimo della soddisfazione. Un amore reciproco che non potrà mai finire».

“Arriviamo alle dolenti note. Dopo i fasti della A, il tracollo prima in B e dopo in C, tra scandali ed insuccessi sportivi nei campionati di terza serie, arriva l’inevitabile: il fallimento del club dello scorso 22 dicembre. Cos’ha provato?”

«Grande amarezza e delusione! Stagioni gestite male! Pensare che Catania vive di calcio, respira calcio dalla mattina alla sera ti si stringe il cuore. In questi ultimi tempi speravo in una svolta positiva che purtroppo non c’è stata».

“Il prossimo 4 marzo si terrà la seconda asta per tentare di salvare almeno il titolo sportivo e dare continuità ad una città che rischia, calcisticamente parlando, di tornare tra i dilettanti. Cosa si auspica?”

«Mi auguro che qualcuno si faccia avanti e salvare capre e cavoli. Importante è sicuramente ripartire da zero con personaggi che amano il Catania Calcio e Catania».

“Prima di congedarci, cosa vuole dire a Catania ed ai tifosi Catanesi?”

«Non so come finirà, ma in tutti modi sempre FORZA CATANIA!».

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