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Alta velocità, non proprio velocissima, quasi normale, anzi piuttosto lenta

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Fabrizio Ventura

Catania e Palermo, Siculi e Sicani, due città e due popoli da sempre accomunati dallo stesso destino. Due mondi che si guardano in cagnesco, si sfottono, si detestano, ma in fondo si amano e non possono fare a meno l’uno dell’altro. Come Atene e Sparta furono la Grecia, così esse sono la Sicilia, pronte ad aiutarsi e a ricorrersi: se l’una ha una ruota panoramica, l’altra la copia posizionandola decisamente meglio; se una arriva ultima nella classifica delle città green, l’altra deve arrivare per forza penultima; se una delle due squadre di calcio fallisce, l’altra ci va molto molto vicina. Tutto normale.

Potremmo continuare con decine di altri esempi che dimostrano quanto queste due realtà siano vicine nel modo di presentarsi al mondo ma decisamente lontane nel loro collegamento fisico, divise come sono da un’autostrada che a confronto Beirut sembra Zurigo e soprattutto da treni lumaca che per compiere la traversata ci stanno un paio di vite…lunghe quanto quelle dei reali inglesi ovviamente. Ma da oggi tutto cambia! L’alta velocità arriva finalmente in Trinacria! O almeno questo ci sembrava di capire assistendo all’inaugurazione del Freccia Bianca tenutasi  #accatania lunedì.

Savvuccio era il grande anfitrione, ospitale e pieno di sorrisi elargiti all’ex riottoso compagno di partito e assessore regionale Marco Falcone, al geometra tuttologo sottosegretario di Stato Giancarlo Cancelleri e a sua maestà Luigi Corradi, amministratore delegato  di Trenitalia, per l’occasione scomodatosi ad arrivare sino ai confini dell’impero. Tutti belli, tronfi e impettiti a parlare di tratte ferroviarie veloci, capaci di rendere finalmente moderna e fruibile la mobilità siciliana a partire dal capoluogo di regione fino ad arrivare allo Stretto.

Bello! Bellissimo! Eccezionale! Ma per curiosità…quanto ci sta questa meraviglia della tecnica ad andare da Palermo a Catania? Ah, tre ore e quindici…

E il vecchio treno regionale quanto ci stava? Ah, Qualche minuto in meno…

Ma almeno  si risparmia, giusto?  Ah, il biglietto costa qualche ero in più…

La domanda a questo punto sorge spontanea: ma picchì stavutu festeggiannu?

In effetti, approfondendo la questione si viene a conoscenza del fatto che le tecnologie del Freccia Bianca sono vecchie di trent’anni, che sui binari siciliani la velocità massima raggiungibile sarà di 140 Km/h – che manco la Uno turbo di mio cuggino Kevinni è accussì lenta –  e che non si faranno neanche le fermate, apparentemente logiche, di Fontanarossa e Taormina. Però, cazzarola, ci spiegano trionfanti che si risparmieranno ben tre ore per arrivare sino a Roma. Come? Semplice, sono state previste delle coincidenze con l’aliscafo sullo Stretto e con il Freccia Rossa in Calabria. Mi…sericordia! E ci voleva tutto sto circo per capire che se si programmano correttamente le coincidenze si fa prima?  Un sottosegretario di Stato, un assessore regionale, il sindaco di Catania e pure l’amministratore delegato di Trenitalia si sono fatti fotografare raggianti con lo stuolo di portaborse al seguito pi sta min…estra riscaldata? Appiddaveru???

Sommessamente ricordo che per percorrere il tratto Milano-Bologna, che ha una distanza simile a quella che intercorre tra Palermo e Catania, il Freccia Rossa ci sta un’ora e dieci minuti e che lo fa tutti i giorni dal lontano 2008. E voi vorreste pure i nostri applausi? Ma di chi stamu parrannu? Non v’affruntate? No, avete ragione, n’avissimu affruntari nuatri che ancora vi diamo retta…

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Fabrizio Ventura

Si laurea in Economia all'Università di Catania grazie a diverse raccomandazioni e al ricorso sistematico al Cepu. Riesce ad entrare in banca copiando spudoratamente ai test di assunzione, ma si accorge presto che quella non può essere la sua strada. Si butta allora a capofitto nello studio, riuscendo a conseguire diverse lauree presso l'Università della Vita: scienze politiche, giurisprudenza, ingegneria civile, lettere e recentemente medicina con specializzazione in virologia. Consapevole che il suo futuro è nel reddito di cittadinanza, decide di togliere tempo al lavoro da bancario per dedicarlo alla scrittura: al suo attivo centinaia di post su Feisbùkk, la rubrica #accatania su Catania Live 24 e un romanzo che prima o poi qualcuno mosso a compassione deciderà di pubblicare.

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