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“Hora”, a Noto la collettiva di artisti israeliani contemporanei

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Marianna La Barbera

“Hora” è il titolo dell’esposizione in programma a partire dal 30 aprile fino al 31 maggio al Museo Civico di Noto, in provincia di Siracusa.
La collettiva raccoglie e presenta i lavori di artisti israeliani contemporanei di varie generazioni: Alon Ohana, Harold Rubin, Avi Yair, Gabby Natan, Nina Sara Meridor, Lihie GendlerTalmor e Shade Twafra.
Personaggi già ampiamente affermati nel panorama mondiale esporranno insieme a giovani artisti riconosciuti come autentiche promesse per la loro originalità espressiva.
A cura della storica dell’arte Daniela Brignone e di Moshe Ben Simon, esperto e studioso di cultura ebraica in Sicilia, la mostra è promossa dall’ associazione “Italia-Israele” di Catania.
L’organizzazione, invece, porta la firma dell’associazione “I-Design” di Palermo.
L’inaugurazione si terrà alle 19:00 di sabato 30 aprile, negli spazi museali, in corso Vittorio Emanuele 122.

IL SIGNIFICATO E I CONTENUTI DELLA MOSTRA

Fin dagli albori della creazione dello stato di Israele, la “Hora” (הורה), danza tradizionale, è diventata un  simbolo della ricostruzione del Paese.
Molto più che una semplice danza, in realtà, ha risposto alle diverse esigenze del nuovo Stato sotto il profilo religioso-etnico, nazionale, sociale e persino ludico.
Il nome “Hora”, pronunciato diversamente in vari Paesi, deriva dall’etimo greco χορός danza che – con la forma del greco antico χορεία – fa riferimento ad un recinto, adottato in Israele con il significato di cerchio di danzatori aperto a tutti.
Israele è sempre stato un territorio dove diversi popoli, identità e idee spirituali si sono incontrati e influenzati a vicenda.
Ciascuno di questi apporti culturali ha contribuito, e continua a contribuire, al processo di formazione di un’identità israeliana solida.
Non a caso, la mostra si prefigge come obiettivo quello di esporre ai visitatori le nuove correnti artistiche che hanno contribuito alla ricerca quotidiana dell’identità israeliana.
La “Hora” è un cerchio di danzatori aperto a tutti, esattamente come l’identità israeliana in continua trasformazione.
Una realtà che accoglie al proprio interno nuove esperienze visuali e di provenienza sub-identitaria, generatrici di idee di integrazione nei mondi dell’arte, di Israele e degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo.

L’ASSOCIAZIONE “ITALIA -ISRAELE” DI CATANIA RILANCIA LE PROPRIE ATTIVITÀ

Costruire ponti tra le culture del Mediterraneo, migliorando la visibilità e la conoscenza degli orientamenti artistici israeliani, presso il grande pubblico e i media.
Talenti che, malgrado il loro indiscusso valore, sono spesso offuscati da altre eccellenze produttive del Paese ebraico quali la medicina e l’hi-tech.
L’iniziativa culturale, annovera pertanto anche una finalità pedagogica e didattica per nulla secondaria: ovvero, forgiare i visitatori ai valori della cittadinanza europea.
E contribuire così al percorso di maturazione, in termini di consapevolezza, della necessità di una pace stabile fra i popoli del bacino del Mediterraneo.
Non è tutto.
Partendo proprio dalla collettiva, l’associazione “Italia Israele” di Catania mira infatti a rilanciare le proprie attività culturali.
A comunicarlo è il presidente, il professore Antonio Danese, a nome di tutta l’assemblea dei soci.
“Quest’anno – spiega – l’associazione ha rinnovato la compagine interna e ha aderito ufficialmente al sistema nazionale delle associazioni di promozione sociale”.

LE RIFLESSIONI DI DANIELA BRIGNONE

La cultura dell’accoglienza – sostiene Daniela Brignone, curatrice della mostra insieme a Moshe Ben Simon – che è patrimonio della terra israeliana, viene espressa metaforicamente nella danza”.
“Un tema – osserva – che diventa pregnante nell’epoca in cui viviamo”.
E che rappresenta un forte riferimento alla condizione globale in cui i conflitti e le migrazioni determinano l’instabilità.
“Le opere selezionate – aggiunge – sintetizzano efficacemente la storia e la cultura legate al passato, al presente e al futuro del popolo israeliano”.
“Elementi che hanno dato origine a sincretismi e – conclude -a una memoria collettiva e a una ritualità confortante che uniscono il popolo ebraico in ogni parte del mondo”.

Marianna La Barbera

Giornalista professionista, Marianna La Barbera ha iniziato la carriera nel mondo dell'informazione alla fine degli anni novanta, collaborando con varie emittenti televisive, quotidiani e periodici cartacei. Nel tempo, ha scelto di declinare il proprio impegno professionale soprattutto nel settore degli uffici stampa. Attualmente, cura la comunicazione esterna per alcuni settori all'interno di un'importante sigla sindacale ed è responsabile dell'ufficio stampa di enti pubblici e privati. Ha diretto periodici di informazione, prevalentemente economici, quali "APMI News" organo ufficiale dell'Associazione Piccole e Medie Imprese. Il suo background culturale comprende una formazione classica e linguistica, rispettivamente alle scuole superiori e in ambito universitario. Parla fluentemente inglese e spagnolo. Ama la critica cinematografica e scrivere soprattutto di cultura

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